Camminando per la Berlino sotterranea, scopro un mondo
di Valentina Lo Iacono
Anche questa domenica Berlino si è svegliata sotto una coltre di neve. E cosa c’è di meglio che dedicarsi a qualche attività culturale in una di queste giornate oziose?
Berlino sotterranea: un viaggio alternativo
Sicuramente non mancano le cose da fare e l’inverno è senz’altro la stagione ideale per rinchiudersi in musei iperriscaldati. Ma la mia scelta non ricade – come sarebbe ovvio – su uno di questi, bensì decido all’ultimo di addentrarmi nei meandri freddi della Berlino sotterranea per andare alla scoperta di un itinerario un po’ meno classico e meno battuto dalle guide turistiche.
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Malgrado probabilmente il turista del weekend non si avventuri in un tour del genere, in biglietteria la fila è già lunga un’ora prima e possono essere udite lingue di ogni dove (italiano in testa). Tutti sono pronti ad ascoltare e a seguire la guida che ci accompagnerà all’interno del bunker, dove la gente si riparava durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Moltissime stanze nascoste, sotto la suola dei nostri piedi
Data la miscellanea culturale, ogni informazione è data in inglese, ma è facilmente distinguibile l’origine tedesca della guida che mantiene sempre la stessa germanica cadenza. Senza contare lo humour nero che viene rivelato qua e là, anche questo tipicamente tedesco. Ma tralasciando queste peculiarità, la sua simpatia e preparazione sono indiscutibili.
Attraversiamo diverse stanze (ne conto almeno 8, ma non è escluso che ce ne sia qualcuna in più) e in ognuna viene indicata la capienza, che come è facile immaginare, non viene mai rispettata ed è perciò comune ritrovarsi in stanze sovraffollate, dove sensazioni claustrofobiche e la presenza di poco ossigeno sono la norma.
Immergersi nella paura di tanti anni fa
Vari oggetti sono stati sistemati qua e là, proprio per documentare la vita dell’epoca, e non mancano foto, vecchie scritte con gli indirizzi delle strade, una pianta del bunker, missili, bombe e tutto quello che ha caratterizzato gli anni della guerra.
Al tempo, là sotto, erano udibili i bombardamenti che erano in corso all’esterno. Ora c’è invece l’andirivieni dei treni della stazione di Gesundbrunnen a riecheggiarne il senso di paura e incertezza che, verosimilmente, attanagliava i rifugiati.
Le stanze di raccolta
Visitiamo delle stanze di raccolta, dove non bisognava parlare perché chiunque poteva essere in ascolto e il rischio di essere denunciati alla Gestapo non era affatto remoto. La guida puntualizza poi che, secondo un detto popolare, i berlinesi parlano troppo e perciò “bisognerebbe seppellire la loro bocca da un’altra parte”, e ciò ribadisce come il silenzio fosse un dono da coltivare, specialmente all’epoca.
I rifugiati portavano sempre con sé una piccola valigia che conteneva gli averi più preziosi, quali gioielli, il passaporto, il certificato di nascita e le foto dei propri cari. Queste ultime si sarebbero rivelate indispensabili in caso si fosse dovuto rintracciare un familiare disperso e fosse stato quindi necessario domandare in giro che fine avesse fatto.
La stanza fosforescente
Altre stanze interessanti sono quella fosforescente e quella in cui è mostrato il sistema di comunicazione fatto con dei tubi, che si districavano lungo le vie sotterranee della città e che nel giro di due ore permettevano di inviare un messaggio a un altro capo della città.
Approcciando la stanza fosforescente, siamo subito avvisati di non toccare le pareti, in quanto contengono materiale tossico… ecco perché sono fluorescenti! Grazie a una dimostrazione vediamo subito come questo spazio venisse utilizzato per fini artistici. Infatti, tramite l’uso di un flash, la nostra guida ci fa vedere come rimanga impressa la sagoma di uno di noi, offertosi come volontario per l’esperimento… e con questa luce all’epoca si riusciva perfino a leggere!
La fondazione Berliner Unterwelten
Così, dopo un’intensa e interessante ora e mezza, dove vengono raccontati fatti e aneddoti di ogni tipo, il nostro tour si conclude con un importante appunto da parte della nostra guida: la fondazione Berliner Unterwelten E.V. non è affatto sovvenzionata dallo Stato, ma si mantiene grazie alle visite degli interessati.
Solo così possono continuare a mostrare un’altra faccia di Berlino e a rendere pubblici tanti altri piccoli, ma grandi pezzetti di storia, che forse sono ancora sconosciuti a molti.
Per saperne di più e informarsi sugli orari dei loro tour – ne vengono offerti ben sette, con prezzi variabili, ma comunque non superiori ai 13 euro – è possibile visitare la pagina internet di Berliner Unterwelten.
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