Il commercio d’organi come non lo avete mai visto (in un film)

Un fotogramma del documentario
Un fotogramma del documentario

di Elisa Cuter
(@elisacuter)

“Se non conosci i manicomi e le carceri, non puoi capire niente di questa società” diceva Goliarda Sapienza.

Parafrasandola oggi, in un mondo sempre più interconnesso e privo di scrupoli, si potrebbe dire che se non si conosce il traffico d’organi non si può capire davvero il capitalismo. Questo caso-limite – ma anche estrema conseguenza di un mondo basato sullo sfruttamento diretto dei corpi degli esseri umani – è il tema del documentario canadese “Tales from the organ trade, diretto da Ric Esther Bienstock presentato sabato alle 19 al Katerholzig all’interno della sessione berlinese del Raindance Festival.

Il film, narrato nientemeno che da David Cronenberg, mostra la tratta di organi sul mercato nero come una vera e propria esperienza “horror” per le vittime (non a caso un chirurgo particolarmente privo di scrupoli è stato ribattezzato dai media “Dr. Frankenstein”), ma soprattutto è già stato lodato in patria per l’onestà intellettuale con cui presenta le due facce del problema, a riprova che il sistema allo stato attuale genera contraddizioni e ingiustizie anche in occidente.

Se foste in cerca di un altro buon motivo per vederlo, tenete presente che il film è stato prodotto con la partecipazione della HBO come documentario televisivo: sarà perciò difficile vederlo sugli schermi italiani.