Arte e Cultura

Le ultime 72 ore di TANAS, Berlino saluta un’altra galleria storica

Dan Perjovschi, Lawrence Weiner, Ausstellungsansicht TANAS, 2013 © TANAS / Jens Ziehe
Dan Perjovschi, Lawrence Weiner, Ausstellungsansicht TANAS, 2013 © TANAS / Jens Ziehe

di Cecilia Caliari

Dopo 5 anni di intensa attività, la galleria in Heidestraße 50 chiude i battenti. Mancano solo tre giorni alla chiusura definitiva di TANAS, spazio espositivo non commerciale sostenuto dalla fondazione Vehbi Koç di Istanbul e orientato alla promozione dell’arte turca contemporanea.

Domenica 3 novembre è l’ultimo giorno in cui sarà possibile visitare “The Unanswered Question. İskele 2”, la mostra curata dal direttore dello spazio, René Block, realizzata in cooperazione con l’n.b.k. – Neuer Berliner Kunstverein.

René Block non ha bisogno di presentazioni: gallerista, curatore, editore e collezionista, è un pilastro dell’arte contemporanea dagli anni 60, più precisamente dal 1964 quando, all’età di 22 anni, aprì a Berlino la sua prima galleria. Seguendo il motto “The future belongs to multiplesfondò nel 1966 “Edition Block, progetto editoriale di multipli d’arte che oggi divide lo spazio con Tanas (da gennaio 2014 si sposterà in Prager Straße 5).

Raša Todosijević, Bloody Bath (2013), Ausstellungsansicht Neuer Berliner Kunstverein, 2013 © Neuer Berliner Kunstverein / Jens Ziehe
Raša Todosijević, Bloody Bath (2013), Ausstellungsansicht Neuer Berliner Kunstverein, 2013 © Neuer Berliner Kunstverein / Jens Ziehe

Il suo nome è associato sia a protagonisti dell’arte contemporanea odierna che alle icone della storia dell’arte come Joseph Beuys, Sigmar Polke, Gerhard Richter, Nam June Paik, John Cage, Ben Vautier e Marcel Duchamp.

Un programma fitto di mostre ed eventi collaterali ha costellato questi anni in cui il fermento artistico della Heidestraße è andato purtroppo lentamente spegnendosi, lasciando spazio ad una infinità di gru e palazzoni in costruzione. TANAS, infatti, è l’ultima galleria rimasta a ricordare la scommessa sul luogo che, solo pochi anni fa, sarebbe dovuto diventare il nuovo polo della contemporaneità berlinese, avente come centro nevralgico l’Hamburger Bahnhof.

La chiusura arriva però per un altro motivo, la lineare fine di un ciclo iniziato in un momento in cui l’arte turca contemporanea non aveva possibilità di sbocco, né a Berlino né nella stessa Turchia, e in cui era dunque forte e necessaria l’esigenza di sostenere altre posizioni lontane dagli stereotipi di tappeti e veli.

Oggi quest’urgenza non esiste più: Istanbul è diventata uno dei centri più attivi degli ultimi tempi. L’arte contemporanea turca vive ormai di vita propria, gli artisti emergono nella loro complessità parlando attraverso le metodologie espressive più disparate.

Domani, sabato 2 novembre, dalle 14 si terrà l’ultima visita guidata tenuta da Barbara Heinrich, responsabile progetti della galleria. Un’ottima occasione  per visitare la mostra che conta la partecipazione di più di 40 artisti internazionali, tra cui Alicja Kwade, Olaf Metzel, Ayşe Erkmen, Mona Hatoum, Nasan Tur, Rosa Barba, Adel Abidin, Gülsün Karamustafa, Braco Dimitrijević e Rosemarie Trockel.

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