Il tempo è denaro: a Berlino anche la protesta si fa con l’arte

[© Alex Brown on Flickr / CC BY 2.0]
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Alex Brown on Flickr / CC BY 2.0]

di Emanuela Barbiroglio

Alle pareti tabelloni di carta marrone, nell’unica vetrina un solo pezzo esposto: un orologio da polso intorno a un quadrante con un labirinto in cui scorre una pallina. Bastano pochi secondi per visitare Uhr zur Zeit”, l’insolita esposizione gratuita che si terrà a Friedrichshain fino al prossimo 21 dicembre.

La mostra, organizzata dal distretto, è una forma di protesta contro la politica culturale dell’amministrazione della città e, più in generale, contro il costo dell’arte a Berlino. Secondo gli organizzatori, oggi, la cultura dovrebbe essere patrimonio dell’umanità e andrebbe destinata, se non gratuitamente, comunque a prezzi modici al pubblico. A Berlino, invece, i prezzi sono troppo elevati.

Anche la produzione artistica dovrebbe farsi alla portata di tutti, diventare più semplice. La mostra punta il dito contro l’ingiusta distribuzione delle risorse: il problema sarebbe iniziato quando la cultura ha smesso di dare voce alla bellezza, all’educazione e alla ricchezza spirituale per diventare «un fatto di quantità». Ma, questo il monito della mostra alla Alte Feuerwache, “fare quantità non è arte”.

Per questo basta un solo orologio, che mostra inesorabile lo scorrere del tempo, ad attirare l’attenzione degli spettatori sulla tematica. Il presidente dell’Accademia delle Arti, Klaus Staeck, l’ha messo a disposizione apposta per la mostra.

La natura del progetto è messa in discussione dai molti che non la considerano “arte”. A difenderlo ci pensa Jana Borkamp, assessore per la Cultura e la Finanza di Friedrichshain-Kreuzberg, che lo ha definito: «Espressione di disperazione» e in proposito ha detto: «Vogliamo così mostrare quanto l’arte si trovi in difficoltà nel nostro quartiere».

Ogni mese entrano nelle tasche dell’amministrazione finanziaria in Senato 79.404 titoli di bilancio. Così, si determinano un tot di ore destinate a questa cultura. Solo questo conta per chi sta ai piani alti, così che ogni anno si possa stabilire quante migliaia di euro vanno riservate alla cultura. Ci sono stati anni durante i quali una spirale al ribasso ha fatto diminuire i finanziamenti del 36,5 %.

Ma, sempre Jana Borkamp protesta: «Il lavoro artistico non è come il pane». L’errore risiede nel sistema della contabilità per prestazioni che non possono essere quantificate. Il teatro allora diventa costoso, perché viene pagata solo la rappresentazione in sé ma tutto il resto che il pubblico non vede va compreso. Insomma, chi vuole guadagnare con la cultura e la grande disponibilità che Berlino avrebbe deve capire che è arrivato il momento di vendersi a buon mercato.

Uhr zur Zeit / Alte Feuerwache, Marchlewskistraße 6, da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19, il sabato dalle 14 alle 20.