Der Spiegel, sotto accusa le condizioni di lavoro a Zalando
Dall’anno della sua fondazione, il 2008, Zalando è cresciuta esponenzialmente, riuscendo a conquistare nuovi mercati e diventando il più grande rivenditore e-commerce della Germania.
Secondo alcune voci raccolte dal settimanale tedesco Der Spiegel, questo successo potrebbe derivare anche dall’applicazione di condizioni di lavoro molto rigorose. Fin troppo, pare.
I dipendenti di un centro logistico detenuto dall’azienda di e-commerce berlinese a Erfurt, infatti, hanno lamentato al magazine di Amburgo le loro perplessità sulla situazione lavorativa aziendale.
Secondo le accuse, raccolte in un lungo reportage pubblicato nel nuovo numero dello Spiegel, i dipendenti sarebbero sottoposti ad un monitoraggio costante durante l’orario di lavoro.
Chi risulta troppo lento e improduttivo rispetto agli standard aziendali, rischia di non vedersi rinnovare il contratto. In alcuni casi, inoltre, ai dipendenti sarebbe persino vietato sedersi.
Per chi fosse interessato a leggere tutto il reportage – intitolato “die Verkaufs-Maschine” – l’appuntamento è per oggi, giorno di uscita del nuovo numero del Der Spiegel.
In mattinata è arrivata la replica ufficiale di Zalando, in cui si legge: «Possiamo assicurarvi che gran parte della forza lavoro a Erfurt è soddisfatta delle condizioni di lavoro. Questo è stato confermato anche da un recente sondaggio».
«Sappiamo, tuttavia, anche i singoli dipendenti possono essere insoddisfatti. Per Zalando», si legge ancora nel lungo comunicato «è importante esaminare da vicino le denunce dei lavoratori per risolvere i problemi velocemente. Insieme ai colleghi stiamo lavorando costantemente per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro».
L’azienda, che ha compiuto cinque anni di vita nel 2013, dopo anni di perdite spera nel 2014 di raggiungere il pareggio di bilancio. Grazie anche all’ingresso di un nuovo grande investitore, il fondo americano Ontario Teachers’ Pension Plan (OTPP).
Dietro Zalando c´e´ RocketInternet, la quale finanzia molti progetti di start up, alcune delle quali a Berlino. La loro formula é sempre la stessa e prevede crescita veloce nei primi anni anche a scapito del profitto e sfruttamento dei dipendenti con stipendi bassi e orari di lavoro molto lunghi. Ho fatto un colloquio per la sede berlinese di Zalando e la cosa é stata subito evidente. Purtroppo a Berlino la situazione é “prendere o lasciare”
Io fui tenuto in ballo con QUATTRO colloqui, prima di ogni colloquio mi veniva mandato un elenco di domande alle quali sarei dovuto arrivare preparato e alla fine quando smisero di rispondere alle mie mail mi fu chiaro che era loro intenzione rubare solamente le mie conoscenze sul mercato italiano senza manco pagarmi la consulenza mascherandola come fosse un colloquio lavorativo. Infatti guarda caso la posizione non fu mai neanche introdotta in azienda. Pensavo fosse un’azienda più seria e che in Germania non ci fossero questi comportamenti all’ordine del giorno in Italia ma vabbe’ non si finisce mai di imparare.