Il fotografo che ritrae i “cercatori di tesori” del Mauerpark
di Valerio Bassan
(@valeriobassan)
L’idea è nata sul posto. «Io e mio figlio avevamo noleggiato un banchetto per vendere i giocattoli della sua infanzia. Quel giorno abbiamo visto passare decine di persone affascinanti: berlinesi dell’Est e dell’Ovest, nuovi arrivati, viaggiatori da tutto il mondo. Da lì, l’intuizione: perché non ritrarre i visitatori del mercatino del Mauerpark con i loro “tesori”?».
Ogni domenica per dodici mesi, nel 2012, Thomas Henk Henkel ha costruito un piccolo stand nell’affollatissimo Flohmarkt del Mauerpark, il parco più amato e frequentato di Prenzlauer Berg. Qui, ha chiesto a decine di passanti di posare assieme alle cianfrusaglie appena acquistate: un melting pot composto da elettrodomestici, quadri, divani, giocattoli, cappelli, gioielli e vinili.
Il risultato è un interessante libro fotografico intitolato “Schatzsucher – Menschen auf dem Mauerpark Flohmarkt Berlin” (Junius Verlag, 2013), dove decine di «persone intriganti» mostrano i loro «curiosi acquisti» davanti alla macchina fotografica. C’è Giordano (38), italiano, con una testa di vetro presa da un manichino; ci sono Thomas (37) e Milo (2), fieri del loro cavallo-giocattolo; c’è Daniela (26), polacca, con la sua caffettiera usata.
«Attraverso il mio lavoro», spiega Henkel, «ho sviluppato una connessione speciale con il Mauerpark. Un sito che un tempo era simbolo di separazione è diventato, oggi, un luogo dove le persone si incontrano. Un caos affascinante, magico. Che speriamo venga preservato per le generazioni future».
Il fotografo, 48 anni, ha visto cambiare profondamente il parco, così come Berlino, negli ultimi anni. «Quando arrivai a Berlino ovest, nell’estate del 1987, il Mauerpark era una striscia della morte con mitragliatrici sulle torri di sorveglianza. Il mio primo appartamento era al piano terra, nel cortile interno di un palazzo, con riscaldamento a carbone e senza acqua calda», ricorda Henkel.
Non tutto, però, è cambiato. Qualcosa è rimasto costante nel tempo. «Ad esempio, la capacità della città di accogliere gli stranieri. Lavoratori e sognatori, sopravvissuti e viveur. La città apre le sue braccia e ti fa sentire a casa lontano da casa, qualsiasi sia la tua provenienza. Sento molto quest’atmosfera speciale al Mauerpark».
“Schatzucher” non è «un libro su un famoso mercato delle pulci, ma piuttosto un libro su Berlino». Le fotografie, realizzate da Henkel in una piccola tenda allestita da lui stesso all’interno del Flohmarkt – «con -10 gradi o 30, io ero sempre lì», spiega – sono accompagnate da didascalie che raccontano età e provenienza dei personaggi e la loro lista della spesa: cosa hanno comprato, quanto hanno pagato.
Un viaggio in una Berlino multietnica e coloratissima, tra i volti e le storie di quelli che contribuiscono, giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, a renderla così viva.
(All photos courtesy of Thomas Henk Henkel, republishing is forbidden)
Bellissimo, lo voglio!