Guida al voto tedesco: ecco tutto quello che c’è da sapere
di Ubaldo Villani-Lubelli*
Domenica 22 settembre si vota in Germania e almeno per una volta l’osservato speciale sarà la Repubblica Federale Tedesca. Ma come funziona la legge elettorale? Per cosa voteranno esattamente i tedeschi? Quali sono i candidati? Cosa dicono esattamente i sondaggi? A queste e ad altre domande rispondiamo con una guida al voto tedesco.
L’attuale Bundestag
Il Bundestag è il parlamento ed è l’unico organo statale eletto direttamente dal popolo. Può votare qualunque cittadino tedesco che ha compiuto almeno 18 anni. Diversamente dall’Italia il Bundestag non ha un numero fisso di parlamentari, ma solo un numero minimo (598). Il Bundestag uscente è composto da 620 deputati di cui 237 parlamentari della CDU/CSU, 146 della SPD, 93 della FDP, 76 della Linke e 68 dei Grüne.
La coalizione di maggioranza è composta da CDU (cristiano democratici), CSU (cristiano sociali bavaresi) e FDP (liberali), comunemente nota in Germania come nero-gialla. All’opposizione si trovano SPD (Socialdemocratici), Grüne (Verdi) e Sinistra (Linke). Il Bundestag elegge il Cancelliere.
Alle elezioni federali non si eleggono i componenti del Bundesrat, la Camera delle Regioni, la cui composizione è in continua variazione in base ai risultati elettorali nei singoli Länder.
Il governo uscente
Il governo uscente è guidato da Angela Merkel (CDU). Si tratta del secondo governo Merkel (il primo fu la Grande Coalizione del 2005-2009). Ha subito numerosi “rimpasti”. È composto da quindici ministri più la Cancelliera, di cui sei donne (compresa Merkel) e dieci uomini.
La legge elettorale
La legge elettorale tedesca è molto più complessa di quanto si dica in Italia. Erroneamente si pensa sia un semplice sistema proporzionale, ma non è così. Proviamo a spiegarla nei suoi aspetti principali.
Ogni elettore può esprimere due voti. Il 50 per cento dei rappresentanti al Bundestag (299) viene eletto con il cosiddetto “primo voto”, con il quale l’elettore sceglie il singolo rappresentante nel proprio collegio elettorale. Il candidato che prende più voti vince ed entra nel Bundestag. Non esistono ripescaggi, ogni partito ha un suo candidato e non esistono coalizioni. I collegi elettorali sono 299.
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Il restante 50 per cento dei parlamentari (299) viene eletto con il cosiddetto “secondo voto” in cui gli elettori mettono una croce sul simbolo di un partito a cui sono collegate delle liste bloccate su base regionale. È su base proporzionale e anche per questo “secondo voto” non esistono coalizioni.
Il voto più importante è il secondo perché è quello che stabilisce i rapporti di forza nel Bundestag. È, inoltre, decisivo perché è previsto lo sbarramento al 5 per cento. Sotto tale soglia un partito non ha diritto ad avere rappresentanti nel Bundestag. C’è però un’eccezione: se un partito vince almeno in tre collegi uninominali (primo voto) allora per quel partito non si applica lo sbarramento. Oltre ai tre (o più) candidati vincenti avrà diritto ad avere tanti rappresentati in proporzione dei voti presi sulla base del secondo voto.
Se poi un partito ottiene uno o due mandati diretti vincendo nei collegi uninominali, ma non supera il cinque per cento con il secondo voto, i candidati vincenti nei collegi hanno diritto comunque al seggio nel Bundestag.
Il numero dei parlamentari può aumentare rispetto al numero minimo (598) in base alle regola dei mandati in eccesso (Überhangmandate). Se in un Land, un partito, con il primo voto, ottiene più seggi di quanti gliene spetterebbero in virtù del secondo voto, allora aumenta il numero degli eletti nella lista collegata al secondo voto. Per questo motivo, ad esempio, l’attuale Bundestag invece di 598 parlamentari è composto da 620.
In Germania è il Bundestag che elegge il Cancelliere o Cancelliera. Anche i principali candidati, Merkel e Steinbrück, devono conquistarsi il proprio seggio nei loro rispettivi collegi. Merkel è candidata nello 015 Vorpommern-Rügen, Vorpommern-Greifswald I (primo voto) ed è capolista nel Land Mecklenburg-Vorpommern (secondo voto). Steinbrück è candidato al collegio 104 Mettmann I e capolista nel Land Nord Reno Westfalia.
Il voto del 22 settembre
Con il 22 settembre si elegge la XVIII legislatura. In Germania le legislature durano 4 anni. È però possibile lo scioglimento anticipato, come accadde nel 2005 quando Schröder si dimise dopo la sconfitta del suo partito nel Nord Reno Westfalia. Importante: in Germania vige la cosiddetta sfiducia costruttiva. Un governo può essere sfiduciato ma al contempo si deve proporre un’alternativa. In questo modo arrivò al potere Helmut Kohl nel 1982. Il Bundestag sfiduciò il governo di Helmut Schmidt e al contempo voto la fiducia a Kohl.
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I partiti e i candidati
I partiti in Germania sono molti, a queste elezioni sono ben 34! Tuttavia, quelli che hanno una reale possibilità di ottenere una rappresentanza in Parlamento sono solo sette (ma non detto che c’è la facciano tutti): CDU/CSU, SPD, Grüne, FDP, Linke, Piratenpartei e Alternative für Deutschland.
CDU e CSU sono partiti gemelli. La seconda infatti si presenta solo in Baviera, dove la CDU non c’è. Insieme formato la cosiddetta Unione.
In Germania non ci sono coalizioni vincolanti. Ogni partito dichiara solo il partito con cui si auspica di governare (Wunschpartner). Ma in campagna elettorale ognuno fa campagna elettorale per conto proprio. I conti si fanno dopo il voto, sulla base dei seggi effettivamente ottenuti.
Ogni partito indica un suo candidato principale (Spitzenkandidat). Per CDU/CSU è ovviamente Angela Merkel, per la FDP è Rainer Brüderle, per la SPD è Peer Steinbrück, per la Linke è Gregor Gysi, per i Verdi è Jürgen Trittin, per AfD è Bernd Lucke. I Pirati, contrari al leaderismo, non hanno indicato un candidato principale. I Verdi, in realtà, hanno scelto insieme a Trittin anche Kathrin Göring Eckhardt, ma a rappresentarli come candidato principale è soprattutto Trittin. Angela Merkel è così l’unica donna.
Le coalizioni possibili
I partiti e le coalizioni vengono identificate con i colori. CDU/CSU sono il nero, SPD il rosso, FDP il giallo, la Linke anche rosso (nei grafici viola), i Pirati l’arancione, AfD il blu. In teoria tutte le coalizioni sono possibili. Dalla nero-gialla, alla Giamaica (nero-giallo-verde), alla coalizione semaforo (rosso-verde-giallo) e così via. Tuttavia, le alternative sono solo cinque in quanto sia la Giamaica sia la semaforo sono state escluse dagli stessi protagonisti.Coalizione con Alternativa per la Germania e Piratenpartei sono fuori discussione in quanto nessuno dei due partiti dovrebbe entrate nel Bundestag, entrambi oscillando tra il 2 e il 4 per cento.
Coalizione nero-gialla: è la maggioranza che ha governato gli ultimi quattro anni. Al momento i sondaggi la danno in vantaggio in percentuali di voto con il 45-48 per cento (vale a dire 39-41 di Unione a cui aggiungere il 5-7 per cento della FDP), ma quanto alla ripartizione dei seggi non tutte le rilevazioni sono concordi, per alcune non ci sarebbe una maggioranza (mancherebbero 4 seggi), per altre sarebbe risicata (2 seggi). Al momento è veramente difficile dire se i liberali riusciranno a raggiungere la soglia del 5 per cento.
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Coalizione rosso-verde: rappresenta l’opposizione ed è composta da SPD e Verdi, ma le chance che possano ottenere una maggioranza dei seggi sono molto basse. A pochi giorni dal voto, solo un recupero che avrebbe del miracoloso può consentire a Steinbrück di guidare una simile coalizione. Oggi la SPD è data al 26-28 per cento e i Verdi al 9-11. In termini di seggi siamo lontani dalla maggioranza, a secondo dei sondaggi ne mancherebbero da 57 a 69.
Coalizione rosso-nera: è la Grande Coalizione. Secondo molti commentatori è l’obiettivo della SPD, consapevole che la partita è ormai persa. Il piano B della SPD prevede di impedire alla maggioranza uscente di continuare a governare. Segnali in questo senso sono arrivati dai vertici della SPD negli ultimi giorni. Coalizione nero-verde: sarebbe sensazionale. Mai ambientalisti (quotati oggi intorno al 9-11 per cento) e conservatori (l’Unione è data al 39-41 per cento) hanno governato insieme. Ci sono solo esperimenti a livello locale, non esattamente riusciti. Il fallimento più noto è ad Amburgo. Durante la campagna elettorale non sono mancati segnali di una possibile alleanza tra i due partiti, tuttavia le distanze ideologiche sono ancora molte.
Ultima e quasi impossibile opzione è la coalizione rosso-rosso-verde: Steinbrück ha esplicitamente escluso la possibilità di un’alleanza con la Linke (data all’8-9 per cento). Gi ostacoli più grossi sono in politica estera dove la Linke vuole lo scioglimento della Nato e il ritiro delle truppe tedesche da tutte le missioni di pace o di guerra (dipende dai punti di vista). Questa coalizione potrebbe realizzarsi se FDP (liberali), Alternative für Deutschland e Pirati dovessero fallire l’ingresso al Bundestag. A quel punto la l’Unione (CDU/CSU) si troverebbe in posizione di minoranza nel Bundestag.
Curiosità
I seggi elettorali sono 80.000 e saranno aperti dalle 8 alle 18 esclusivamente domenica 22 settembre. In Germania è molto diffuso il voto per posta. Si stima possano votare con questo sistema circa 10 milioni di elettori, circa un quarto degli aventi diritto. Questo fa si che il giorno delle elezioni non ci siano grosse file ai seggi. Alle ultime elezioni (2009) l’affluenza ha toccato il minimo storico: 72,2 per cento, si teme che questa voltà si possa scendere sotto il 70.
* Ubaldo Villani-Lubelli è autore dell’ebook “Enigma #Merkel” (goWare, 2013) e di Piratenpartei – I Pirati all’arrembaggio del Bundestag (goWare, 2012). Questo articolo è stato pubblicato sul suo blog di politica tedesca, Potsdamer Platz. Su Twitter è @uvillanilubelli