Il negazionista Irving arriva a Berlino e nessun hotel vuole ospitarlo

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Un “attivo negatore dell’Olocausto”, reo di aver “glorificato il partito nazista tedesco” e “continuativamente e deliberatamente manipolato e alterato l’evidenza storica per sue ragioni ideologiche”. David Irving, inglese, 75 anni, è uno dei più conosciuti negazionisti del mondo.

Le sue vergognose posizioni sul genocidio sistematico perpetrato da Hitler e dalle SS ai danni del popolo ebraico gli sono costate, negli ultimi anni, anche il carcere in Austria. Irving, tuttavia, ha continuato imperterrito a scrivere e “battersi” contro quella che lui chiama “la menzogna dell’Olocausto”.

Nei giorni scorsi, l’autore di Apocalisse a Dresda (1963) e soprattutto La guerra di Hitler (1977), aveva annunciato la volontà di recarsi a Berlino all’inizio di settembre per partecipare ad un convegno. Per Irving, cui l’ingresso in Germania era già stato negato per un decennio, si tratterebbe della prima visita in terra tedesca dopo lunghissimo tempo.

Ma il negazionista non ha fatto i conti con la ferrea presa di posizione solidale degli hotel berlinesi: tutte le grandi strutture ricettive della città, infatti, hanno deciso di dire “no” alle prenotazioni effettuate da Irving. L’associazione tedesca degli hotel (Dehoga), sotto consiglio di Volker Beck dei Verdi, ha deciso di boicottare il soggiorno del saggista britannico.

Il divieto d’ingresso in Germania per lui sarebbe inizialmente dovuto durare fino al 2022, ma la corte d’appello ha rivisto la sua decisione, annullando l’interdizione nel marzo del 2013. Irving non ha perso tempo per organizzare un nuovo appuntamento-provocazione a Mitte il 10 settembre, dove le persone pagheranno 91 euro per sentirlo parlare.

Qualcuno andrà a sentirlo? Di sicuro c’è solo che nessuno vorrebbe ospitarlo. E chi sa mai che, alla fine, potrebbe essere costretto ad accontentarsi del divano di un amico. Sempre che ne abbia.