Una mostra sotterranea racconta Rosa-Luxemburg-Platz
Rosa-Luxemburg-Platz non è sempre stata Rosa-Luxemburg-Platz. Lo è da 45 anni, dopo aver cambiato nome cinque volte in mezzo secolo.
Leggendo il continuo cambio di nomi della piazza che ospita il Volksbühne, pare di sfogliare un libro di storia: Babelsberger Platz, dal 1907 al 1910, Bülowplatz dal 1933, con l’ascesa del Terzo Reich dal 1933 divenne Horst-Wessel-Platz e con l’occupazione sovietica assunse il nome di Liebknechtplatz, in onore di Karl Liebknecht, fondatore, insieme alla stessa Rosa Luxemburg, del Partito Comunista di Germania (KPD).
Fu nel 1947 che la piazza venne dedicata la prima volta alla compagna di partito, dandole il nome di Luxemburgplatz che divenne, infine, Rosa-Luxemburg-Platz solo nel 1969.
Il Scheunenviertel, letteralmente “quartiere dei fienili”, fu nel tardo 19° secolo e all’inizio del 20°, il centro culturale e religioso degli immigrati ebrei della Galizia (regione storica divisa tra la Polonia e l’Ucraina) e di altre regioni dell’Europa dell’Est, accorsi a Berlino per sfuggire alle violente persecuzioni, alla guerra e alle turbolenti rivoluzioni politiche. Avevano uno stile di vita tradizionale ed erano conosciuti come “ebrei orientali”: l’allora Grenadierstraße, oggi Almstadtstraße, ospitava stanze di preghiera ebraiche e negozi di alimentari kosher.
Per ricordare il passato di una zona che trasuda storia, la BVG ha allestito una mostra fotografica nella stazione della U-Bahn: sono 15 gli scatti, di grandi dimensioni, che ripercorrono la vita del quartiere. Ecco allora le immagini del Victoria Theater, un grande teatro costruito a metà del 19° secolo al civico 20 di Münzstraße e demolito solo 30 anni dopo. Anche la stazione della metropolitana, chiamata Horst Wessel sotto il regime nazista, è protagonista di alcuni scatti, così come il disegno di un modello di funivia del 1904, che si progettava di costruire in Lothringer Straße, il Freie Volksbühne in Bülowplatz, la sede del KPD e molto altro.