Club Italia, da trent’anni il cuore dello sport italiano a Berlino
di Giacomo Falcon
Ora che il freddo ha allentato la sua morsa e il sole è riuscito a trafiggere la spessa coltre di nubi che sovrastava Berlino, è giunto il momento di uscire dai nostri rifugi invernali per respirare un po’ di buona aria primaverile. Orientarsi tra le innumerevoli proposte del panorama sportivo cittadino non è semplice, ma l’appassionato di calcio italo-berlinese ha una e una sola tappa obbligata: Spandauer Damm 150, sede del Club Italia Berlin.
La squadra langue mestamente all’ultimo posto della Berlin Liga, ma, nonostante la posizione di classifica precaria, il clima è sereno e gioviale, ben lontano dalle isterie che talvolta colpiscono anche il calcio minore in Italia. Giovanni Bruno, factotum e vicepresidente del Club Italia Berlin, spiega il delicato momento societario dicendoci che, in seguito all’inaspettata promozione dalla Landesliga Berlin del campionato scorso, la società aveva deciso di confermare in blocco la rosa neopromossa.
Dopo un difficoltoso inizio di campionato, però, l’ex presidente (“un tedesco di spirito italianissimo” ci assicura) ha deciso di fare un passo indietro ed è così venuta a mancare l’unica fonte di sostentamento economico. Gli artefici della splendida cavalcata dell’anno scorso se ne sono andati alla spicciolata durante la pausa invernale, attratti dalle maggiori possibilità di guadagno nelle altre squadre della zona. È rimasto un gruppo di ragazzi che gioca solo per passione e che tenta di sopperire alle evidenti lacune tecnico-tattiche con un innegabile spirito di sacrificio, ma il divario con le avversarie di categoria appare al momento incolmabile.
All’arrivo al campo di gioco, situato nei pressi della stazione di Westend, nel quartiere di Charlottenburg, veniamo accolti dalla calorosa frangia ultras della squadra: Filippo Sabato e Leonardo Gambatesa. Il primo vive a Berlino da oltre 50 anni, “da prima che costruissero il Muro”, come tiene a sottolineare lui. È uno dei fondatori della società, nata originariamente come ritrovo dopolavoristico ed entrata nelle serie dilettantistiche berlinesi nel 1982.
Il secondo si presenta alla partita indossando un pesante giaccone della Federazione Italiana Giuoco Calcio, che lascia pochi dubbi sulla sua provenienza. A pochi metri da loro c’è il sig. Bruno, anch’egli trasferitosi a Berlino circa 30 anni fa. Lo accompagna Lorenzo Gagliardi: responsabile delle squadre giovanili della società. All’appello dirigenziale manca solamente Biagio Amoruso, “che oggi non è potuto venire” ci raccontano, lievemente intristiti, i suoi compari.
L’avversario di giornata è il BSV Eintracht Mahlsdorf che occupa una tranquilla posizione di centro classifica. Dopo un avvio di partita piuttosto equilibrato, gli ospiti trovano la rete del vantaggio attorno alla mezz’ora. Il Club Italia Berlin si disunisce e, alla fine della prima frazione di gioco, il risultato ha già assunto contorni inquietanti: 5 a 0 per gli avversari.
Durante l’intervallo gli arzilli ultracinquantenni iniziano a discutere animatamente della giornata di serie A in corso, poi, inevitabilmente, il discorso vira sulla politica e sul commento alle recenti elezioni italiane. Calcio e politica: i due argomenti preferiti del popolo italico. Qui, al numero 150 di Spandauer Damm, più che un luogo in cui la tradizione italiana si è ormai fusa con quella tedesca, abbiamo trovato un angolo di Italia trapiantato a Berlino.
La seconda frazione di gioco si apre con la reazione del Club Italia Berlin, intenzionato a non accettare passivamente la sconfitta. La squadra si contraddistingue per la sua multietnicità: ci giocano italiani, turchi, tedeschi, arabi e greci, ma quando Caner Atila, il capitano, deve incitare i compagni, l’urlo che risuona sul terreno di gioco è sempre: “Italia, komm”. Filippo Sabato ci confida: “ Ogni volta che sento questa frase, non posso fare a meno di provare un po’ d’orgoglio”. Multiculturalità all’insegna dell’italianità: è forse questo lo slogan che meglio rappresenta il Club Italia Berlin. Dopo un buon avvio di ripresa la squadra denuncia un evidente calo atletico e il BSV Eintracht Mahlsdorf mette a segno altre 5 reti, per il pesantissimo 0 a 10 conclusivo. “Non possiamo neppure parlare di risultato tennistico, questa è una batosta ancora peggiore” commentano sconsolati i dirigenti, a fine gara.
L’appassionato di calcio italo-berlinese non dovrà però lasciarsi scoraggiare dall’andamento della squadra e rifiutare a priori la proposta calcistica del Club Italia Berlin, anche se, come ci spiega Leonardo Gambatesa: “L’ingresso a una partita della nostra squadra costa 6 euro, per andare a vedere l’Hertha Berlino all’Olympiastadion si pagano appena 10 euro in più: è ovvio che per noi sia complicato competere”. Ma all’Olympiastadion è difficile poter parlare delle prestazioni di Milan e Juventus, o dell’exploit elettorale di Grillo, col proprio vicino di posto. Insomma, se vi viene nostalgia di casa andate a vedere il Club Italia Berlin: perchè, anche se vivere a Berlino è verdammt cool, le nostre radici restano ben ancorate a quel Paese chiamato Italia.
articolo incantevole che mi ha dato gioia per come viene descritta l’atmosfera, i tifosi la partita, complimenti vivissimi all’autore dell’articolo
Ma volevo chiedere al valente commentatore se la partita si può vedere in streaming? Poi il calcio li in estero è come quello in Italia. Oggi qui alla partita Union pro (Mogliano-preganziol) juniores contro la Liventina dirigenti si sono quasi menati. Li come è l’agonismo sugli spalti? Un saluto dal Veneto