La storia della fabbrica di birra Boema minacciata dal cemento
di Zuleika Munizza
foto di Dario Laganà
La Böhmisches Brauhaus, fabbrica di birra Boema, è un’antica struttura ormai circondata dal cemento. È uno dei tanti affascinanti edifici abbandonati nel cuore di Friedrichshain, area sulla quale, a partire da metà ‘800, si insediano diverse strutture produttive e grandi birrifici.
Armand Knoblauch, stimato giurista e membro di una delle famiglie più influenti di Berlino, investe nella costruzione del complesso della “casa della birra Boema” (Böhmisches Brauhaus) che diventa in breve tempo una delle aziende di maggior successo nel settore.
Il primo edificio produttivo risale al 1868, a questo si aggiungono diversi depositi, dotati di un innovativo sistema di cantine collegate tra loro e un impianto per la produzione del malto (Mälzerei) dalla facciata neo-romanica riccamente decorata, progetto di Arthur Rohmer, specialista in costruzioni di questo genere.
Parte di quello che rimane del complesso, gravemente danneggiato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, viene adoperato come cantina di stoccaggio e deposito dal ’52 al ’92, diventando il più grande negozio di vino della DDR. Nell’antica fabbrica di malto, invece, trova posto un grande magazzino per la vendita di scarpe e con la ripresa economica degli anni ’70, si stabiliscono numerose nuove officine in tutta la zona.
Inoltre, la Sudhaus (edificio sud), diventa la prima sede della società sportiva SG Empor Brandenburger Tor, fondata nel ’52, che sviluppa qui, grazie al sostegno economico del comune (Magistrat) di Berlino Est, un vero e proprio centro per lo sport, in uso fino al 2001. Nulla rimane, purtroppo, della sala ristorante e del giardino “Elysium”.
Già alla fine del ’90, subito dopo la caduta del muro, ha inizio la trasformazione dell’area con la costruzione di una grande struttura alberghiera. Nel ’99, l’edificio del malto viene acquistato da una società immobiliare di Amburgo, che ripristina la struttura trasformandola nell’attuale “Forum Friedrichshain” con la creazione di loft moderni, spazi per uffici e sale conferenza.
L’unico fabbricato del quale ancora non sono ben chiare le sorti è la Sudhaus, al momento è al centro di un grande cantiere, accerchiata dalla costruzione di ben 5 nuovi edifici residenziali. La società che segue il progetto si prodiga a rendere pubblici i disegni delle facciate e gli interni dei nuovi appartamenti, operazione immobiliare comprensibile, ma non vi è traccia della destinazione dell’edifico sotto tutela del patrimonio architettonico.
Anche in questo caso, come per la Birreria Botzow, aspettiamo di capire se e come l’antico complesso verrà preso in considerazione, la sensazione è che si è ormai lontani dai riusciti esperimenti di trasformazione degi anni ‘90, che ritroviamo ad esempio nell’impianto della Schulteiss oggi Kulturbrauerei a Prenzlauer Berg, centro di servizi e cultura o nella Mälzerei di Pankow, bellissimo complesso residenziale.
Che si renda necessaria una ristrutturazione di queste strutture è evidente, ma a quale prezzo?
ricerche e testi a cura di: Z.Munizza, responsabile del progetto Berlino Explorer che nasce con l’intento di presentare e analizzare i differenti aspetti che caratterizzano la città di Berlino.
Organizza, in ogni periodo dell’anno, visite guidate, escursioni tematiche ed esplorazioni urbane legate a tematiche inerenti all’ Architettura contemporanea e alla trasformazione del paesaggio urbano di Berlino, una città definita “in continuo divenire” |http://www.berlino-explorer.com
Foto: Dario Laganà |http://www.norte.it