Anche i Techno Viking, prima o poi, s’incazzano
Il “Techno Viking” non ha bisogno di presentazioni: fisico imponente, capelli rossicci, lunghi baffi, sguardo demoniaco. E una certa passione per il ballo e per la musica techno, come si evince dal nome. Proprio a causa di questa passione, l’uomo è diventato negli anni scorsi uno dei personaggi più noti di Berlino.
Nel 2000, suo malgrado, il Vichingo diventò protagonista di un breve filmato girato durante la Fuckparade, manifestazione nata nella capitale tedesca in risposta alla “commercializzazione” della Loveparade, in cui lo si vede danzare in modo sfrenato durante la sfilata. Qualche anno più tardi, l’autore del video, Matthias Frisch, decise di caricarlo su Youtube: in men che non si dica, la clip cominciò a raggranellare milioni di visualizzazioni.
Il Techno Viking diventò, sempre suo malgrado, uno dei meme più famosi della rete, quasi un semi-dio, invogliando le persone a vestirsi, ballare e muoversi esattamente come lui. Frisch “approfittò” di questo successo: guadagnò attraverso la pubblicità sul video, realizzò e vendette delle magliette, venne invitato ad alcune conferenze per spiegare la diffusione di un contenuto virale sul web.
Seccato da tutta questa popolarità non richiesta, tre anni fa il Techno Viking decise di portare Frisch in tribunale, accusandolo di aver violato la sua privacy. Settimana prossima, il videomaker sarà chiamato a comparire davanti alla Corte. Su di lui pende una richiesta di risarcimento da 10mila euro più la restituzione di tutti gli introiti guadagnati attraverso il video.
Frisch non è tranquillo: “Sì, avrei dovuto chiedere il permesso dopo aver filmato”, ha spiegato a Jetzt. “Ma pensavo fosse permesso riprendere, trattandosi di un evento politico svoltosi in pubblico. Oltretutto, la camera era ben visibile, l’uomo è rimasto volutamente nell’inquadratura e ha guardato nell’obiettivo diverse volte”.
Come finirà?
La materia è piuttosto controversa, e varia a seconda delle legislazioni dei singoli stati. In Italia, suppergiù, funziona così: se il soggetto ripreso durante una manifestazione pubblica fa parte di un ensemble di persone e non è facilmente svincolabile dal contesto di esse (la classica folla) chi fa il video può tranquillamente condividerlo. Altrimenti nessuno potrebbe pubblicare filmati di gare sportive, manifestazioni o altro. Se invece il soggetto (sottinteso: non consenziente) è in primo piano, separato dallo sfondo del video, e ben riconoscibile, per pubblicare ho bisogno di una liberatoria. Ma le cose non si fermano qui: nel caso in questione infatti il protagonista è evidentemente accondiscendente: guarda in camera, fa capire di non disprezzare di essere ripreso. Questo avvalora la posizione di chi ha fatto il video: difficile avvalorare l’avversione alla diffusione di un video quando nello stesso tu “prendi parte al gioco”. Quindi il video è di per sé assolutamente pubblicabile, a mio avviso.
Ben altra cosa, però, è il lucro che l’autore ha fatto sul video in questione. In primo luogo nella vendita di merchandising con il volto di una persona con la quale non aveva stipulato alcun tipo di contratto (che è SEMPRE obbligatorio in questi casi, anche si trattasse di una semplice liberatoria non commerciale), ma anche nell’utilizzo promozionale per eventi, conferenze e quant’altro.
Facciamo questo esempio: mia sorella mi riprende mentre, bevendo una coca cola, ne elogio il gusto. Bene, non ho problemi a che lo carichi su youtube, è solo una cosa scherzosa. Ma se per caso la ditta Coca Cola S.p.a vede il video e, che so, pensa che potrebbe essere un ottimo modo per farsi pubblicità virale dal basso sui network sociali, e mia sorella lo vende loro facendoci soldi, allora il discorso cambia: non sta più utilizzando pro bono la mia immagine e i diritti che ho su di essa per intrattenimento, ma per lucro. Adesso sta al tribunale tedesco valutare quale sia il caso del video col Vikingone palestrato che, all’epoca, comunque mi fece ridere un casino!
…e bravo il technopagliaccio!
e con il risarcimento andrà dal barbiere a rifarsi i boccoli, si comprerà un bello smoking e finalmente, sua segreta aspirazione, frequenterà la Berlino da bere, disquisendo sulla gentrificazione.
ah! non ci sono più i vichingi di una volta, che in caso di ” controversie” ti aprivano in due parti, ma di certo non si rivolgevano a un legale.