PANEM ET CIRCENSES – Liscio come l’olio
A Berlino tutto è sempre in movimento, tutto scorre.
Il filosofo Eraclito, cui viene tradizionalmente attribuito l’aforisma “tutto scorre come un fiume” (espresso per sintetizzare il tema del “divenire” a lui così caro) non è passato alla storia come una persona gioviale, felice e sorridente. Il suo pensiero, al contrario, sembrerebbe averlo reso parecchio triste ed infelice o, per lo meno, questo è il modo in cui molto spesso l’antico greco viene raffigurato nella tradizione artistica occidentale, che sovente lo contrappone ad un sorridente Democrito, sereno e distaccato dai beni materiali.
La transitorietà del tutto sprofonda il povero Eraclito in un cupo pessimismo, le sue sono lacrime di consapevolezza dell’ineluttabilità dello scorrere delle cose, di fronte al quale l’uomo mostra tutta la sua impotenza.
Che dire: diverse reazioni ad uno stesso problema, Democrito se la ride, Eraclito si sconvolge. Ma se il triste pensatore avesse avuto modo di fare un passaggio a Berlino negli ultimi anni, forse si sarebbe asciugato il faccino con la manica della tunica (manica della tunica? Mah…), si sarebbe stropicciato un po’ gli occhi, ancora rossi e gonfi di pianto, e poi, forse, avrebbe riso sotto la barba, (attributo – “concreto” – fondamentale di ogni buon filosofo dall’antichità ad oggi, decisamente di più facile gestione rispetto, all’Universo, alle Idee e all’Essere), timidamente magari, nascostamente, per non smentire il suo pessimismo.
O forse, per coerenza, si sarebbe tuffato nella Sprea e l’avrebbe fatta finita, sopraffatto dal troppo scorrere… dell’acqua.
A Berlino tutto scorre, ed è uno scorrere positivo: c’è movimento, vita, c’è fermento, novità. Scorrono soprattutto le idee, la voglia di fare ognuno secondo le proprie capacità, ognuno secondo le proprie possibilità. Ci sono cose che scorrono nell’aria, miliardi di dati informatici che riempiono l’etere ogni giorno, Start-up che cavalcano flussi di informazioni digitali che scorrono a velocità pazzesche, inversamente proporzionali ai ritmi rilassati, quasi pigri, quasi svogliati di Berlino, che però scorre, imperterrita e costante, anche sotto e sopra la terra, dal groviglio chilometrico della metro alle strade dove nascono vivono e muoiono, apparentemente senza soluzione di continuità, locali, club, ristoranti, negozi, gallerie d’arte, spazi creativi, coworking e tutto quello che rende viva e pulsante una città.
Ci sono, anche, tanti, tantissimi edifici riconvertiti; non so quali dinamiche e quali strutture soggiacciano alla capacità e alla volontà di recuperare tanti vecchi immobili dismessi, non sono del mestiere e non entro nel merito, ma sono felice che accanto ai tanti (troppi) siti in costruzione su lotti deserti e destinati (ahinoi!) all’ennesimo Kaufland, Forum o Ibis del caso vi siano anche tante (mai troppe) bellissime architetture recuperate e donate a nuova vita.
Molte di queste vecchie e affascinanti costruzioni ospitano nuovi poli creativi ed artistici, vere e proprie Kunsthaus o, nel nostro caso, Kunstfabrik.
Quando nel 1909 l’architetto Karl Schramm costruisce l’imponente fabbricato in stile Liberty su Herzbergstrasse (Lichtenberg) per la “Margarinewerke Berolina” non immagina che più di cento anni dopo quelle stanze, progettate per ospitare grassi vegetali saturi, si satureranno invece di arte e creatività.
Oggi HB55, dove un tempo si mescolavano e si amalgamavano oltre il punto di fusione olii saturi ed insaturi, ospita decine di artisti, piccoli atelier, gallerie e spazi creativi, come ad esempio CORPO 6 di Fabio Campagna, curatore indipendente che ama sperimentare l’interazione tra differenti campi artistici offrendo eventi ed happening davvero originali e stimolanti.
Come dire, dalla margarina all’arte, tutto scorre… liscio come l’olio.
Magister_L
Kunstfabrik HB55Herzbergsrasse 55, 10365 Lichtenberg (Tram M8 – Herzbergstrasse)
www.hb55.de
www.corpo6.com