Fuori città

Elezioni, per gli studenti all’estero ora si mobilita la politica

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Qualche giorno fa, Il Mitte era stata la prima testata internazionale a lanciare il dibattito, raccogliendo un invito arrivato dal gruppo Facebook Gli studenti italiani che non potranno votare alle prossime elezioni: ma è giusto che gli Erasmus (e non solo!) non possano usufruire di un permesso speciale per partecipare “a distanza” alla tornata elettorale di febbraio?

Lo status di studenti temporaneamente all’estero, infatti, non permetterà loro di esprimere la preferenza dal paese in cui si trovano. Una situazione che li costringerà, dunque, a prendere un aereo per tornare in patria nel giorno delle elezioni. Sempre che gli impegni scolastici (febbraio, tra l’altro, è periodo di esami) non gli impedisca del tutto la partecipazione. Ma una legislazione di questo tipo – nell’era del digitale e delle comunicazioni istantanee via web – ha ancora senso?

Ora comincia a muoversi anche la politica, tramite alcuni esponenti del Partito Democratico che ha diffuso un comunicato: “E’ un grave errore che gli studenti Erasmus siano esclusi dal voto all’estero. Per questo il chiediamo al ministro degli Interni Cancellieri che il governo emani con urgenza un nuovo decreto che comprenda anche gli studenti tra i cittadini temporaneamente all’estero” hanno spiegato Maria Chiara Carrozza, rettore uscente della Scuola Superiore Sant’Anna e capolista del Pd in Toscana, la deputata Laura Garavini, capolista circoscrizione Europa, e Marco Meloni, responsabile Riforma Stato e Università del Pd.

 “Conosciamo l’obiezione secondo la quale ciò non sarebbe possibile in quanto le sedi diplomatiche e consolari all’estero non avrebbero il tempo materiale di comunicare ai comuni di residenza la temporanea sospensione dagli albi elettorali della città di residenza in Italia, al fine di impedire il doppio voto – si legge nella nota – è una condizione che si verifica anche per le elezioni europee, in cui tutti i cittadini possono scegliere tra il voto in Italia o in uno degli altri 26 Stati europei”.

“Per le elezioni del 24 e 25 febbraio – aggiungono gli esponenti del Pd – chiediamo che sia consentito agli Erasmus di votare e che si prevedano sanzioni molto severe per chi, a seguito di un controllo sistematico ex post, eventualmente votasse due volte. Privare di voto gli studenti Erasmus sarebbe un pessimo segnale nei confronti di una generazione che vota per la prima volta e che contribuisce a fare dell’Italia un Paese piu’ europeo. L’astensionismo deve essere combattuto, non favorito per colpa della burocrazia”, conclude il comunicato.

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