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Danke, Hollywood: Berlino diventa la Los Angeles d’Europa

[© csztova on Flickr / CC BY 2.0]
Clooney dirigerà il suo nuovo film a Berlino [© csztova on Flickr / CC BY 2.0]

Dalle parti dello Studio Babelsberg, a Potsdam, stanno cominciando a farci l’abitudine: macchine con i vetri oscurati, gorilla armati, gruppi di fan assiepati ai cancelli in attesa di un autografo. E paparazzi sempre pronti a cogliere l’attimo. Se su Berlino, un tempo, i riflettori si accendevano solo durante il Festival del Cinema, oggi questa situazione sta lentamente cambiando.

Berlino non è (ancora) Los Angeles, certo. Ma il potere del cinema è davvero difficile da contenere. La capitale tedesca è diventata negli ultimi anni luogo di lavoro (e vacanza) per molte delle star hollywoodiane dei nostri tempi. Da Tom Cruise a Clive Owens, da Naomi Watts a Tom Hanks, da Brad Pitt a Matt Damon: sono molti gli attori a stelle e strisce transitati recentemente dalla città, nelle pause concesse dai set dei rispettivi film.

Ad inizio gennaio, Quentin Tarantino aveva rilasciato una vera e propria dichiarazione d’amore per la città: “Amo Berlino, vivrei a Kreuzberg”, aveva spiegato a margine della presentazione tedesca del suo ultimo film, Django Unchained. E la sera era stato visto divertirsi in compagnia di una donna misteriosa e qualche amico in vari locali dell’ex quartiere di Berlino Ovest.

Lo scorso weekend è stato invece un doppio premio Oscar a richiamare l’attenzione della stampa: Dustin Hoffman (Rain Man e Kramer contro Kramer) era a Berlino per presentare il suo esordio alla regia, Quartett. Con lui c’erano gli attori protagonisti della pellicola: Maggie Smith, Tom Courtenay, Pauline Collins e Billy Connolly. Poche ore prima, nell’ambito della Fashion Week appena conclusa, si trovavano in città anche Renée Zellweger ed Edward Norton.

Ma l’afflusso di star, attori e registi non si fermerà certo nei prossimi mesi: Berlinale a parte, saranno molti i protagonisti del cinema hollywoodiano che arriveranno a Berlino dalla primavera in poi. A cominciare da George Clooney, che a Babelsberg girerà “The Monuments Men”, la sua quinta fatica da regista, dopo il fortunato “Le idi di marzo”. Insieme a lui si sussurra che ci saranno Daniel Craig, Matt Damon, Cate Blanchett e Bill Murray.

E proprio l’attore consacrato da “Lost In Translation” potrebbe diventare un berlinese doc: sarà lui il protagonista del nuovo film di Wes Anderson, che sarà girato da marzo a metà tra Potsdam e Görlitz, sul confine polacco-tedesco. Ovviamente, anche qui Murray sarà in buona compagnia: a “The Grand Budapest Hotel” parteciperanno infatti anche Adrien Brody, Edward Norton, Tilda Swinton, Jude Law, Jason Schwartzman e Owen Wilson.

La pellicola di Anderson verrà finanziata, in parte, dal Medienboard Berlin Brandeburg, che verserà 600mila dollari. Il resto dei finanziamenti arriveranno, probabilmente, da fondi regionali e statali. Un segno di come a Berlino e alla Germania, nel 2013, l’etichetta di “Los Angeles d’Europa” non dispiaccia affatto.

Leggi anche: Babelsberg, compie cent’anni la Cinecittà di Berlino

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Un commento

  1. Non sono molto d´accordo. Questi vengo a girare a Berlino per gli “stupid german money” come amano dire tra di loro: ovvero i finanziamenti EU. Non avendo finanziatori in America vengono ad elemosinare soldi qua, per produrre film americani. Los angeles? certo i produttori e chi incassa i soldi sono di LA, qua viene scelta solo la manovalanza locale, le comparse e i carpentieri che fanno i set. Motivo? perché non ci sono le corporazioni e associazioni di lavoratori del settore come negli states dove per 1 ora in piu´paghi loro gli straordinari. Qua la gente la si puo´far lavorare 12 ore, pagarla una miseria, non siamo in Bulgaria ma poco ci manca. Magari un bel Praktikum nel mezzo non pagato pure. (per questo la fila non manca mai). La post produzione? quella si fa negli States con editor americani,sound designer americani,compositori ameircani. Pero´se ci fate caso nei titoli di coda all´ultima riga, “filmed in Babelsberg” qualche volta si puo´leggere. Berlino come hollywood

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