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“La piazza Tahrir di Berlino”: Morsi incontra Merkel tra le proteste

© Arturo Robertazzi
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di Arturo Robertazzi*

Dalla benda insanguinata vien fuori solo un occhio, nello sguardo c’è paura, la bocca è piegata in un’espressione di disperazione: è la signora dell’antico Egitto, Nefertiti. È esposta, nel suo bianco e nero, alla manifestazione organizzata da Amnesty International in occasione della visita di Mohamed Morsi, presidente dell’Egitto, a Berlino.

Intorno alle 12.30 i manifestanti, principalmente tedeschi ed egiziani, cominciano a raccogliersi in un’area transennata nei pressi del Bundeskanzleramt, dove ha sede la residenza ufficiale della Merkel. Il Reichstag è a pochi passi, alle spalle c’è la Paul-Löbe-Haus. Il dispiego di forze di polizia è sproporzionato rispetto al numero di manifestanti, poche decine, ma rumorosi ed entusiasti.

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Una ragazza bruna con occhi verdi mostra un cartello che ci informa che siamo sulla “Piazza Tahrir di Berlino”, un uomo sui cinquant’anni chiede che “si fermino le violenze in Egitto”. E intanto i manifestanti cantano: “Via il dittatore!”; “Merkel non negoziare con l’assassino!”. Sono proprio “assassino” e “dittatore” le parole ripetute più spesso dai manifestanti per esprimere la loro rabbia contro Morsi, le cui scelte politiche stanno trascinando l’Egitto nel caos e nella violenza.

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Macchine nere, sirene, motociclisti: Morsi è arrivato. I fotografi corrono con le loro borse a tracolla, i cavalletti nelle mani, i poliziotti si concentrano nelle zone sensibili, la banda che dovrà accogliere l’ospite comincia a suonare, e, mentre la bandiera dell’Egitto si agita tra quella europea e quella tedesca, i manifestanti ripetono gli slogan, sperando che le loro voci arrivino al di là delle transenne, dove la Merkel sta incontrando Morsi.

I due leader si ritirano all’interno della residenza della cancelleria, ritorna il silenzio. I manifestanti si salutano, dandosi appuntamento per una seconda protesta, che si terrà in serata, dinanzi all’Ambasciata Egiziana.

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Giusto in tempo: a Berlino arriva una tempesta di pioggia, rapida e violenta, ma Nefertiti è al sicuro. Sotto la sua benda insanguinata.

*Scrittore computazionale, il blog letterario di Arturo Robertazzi
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