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A Berlino una “guerra civile” a colpi di Spätzle

L'attacco degli Svevi a Kollwitzplatz
L’attacco degli Svevi a Kollwitzplatz

di Oriana Poeta

Berlino patria del Multi-Kulti? Macché. Anche nella capitale tedesca i tempi cambiano. Dopo i segni di intolleranza mostrati dalla città nei mesi scorsi nei confronti dei turisti, nella città ha preso il via, negli ultimi giorni, una vera e propria “guerra civile”. Una lotta tutta tedesca, che vede i nativi berlinesi (o presunti tali) opporsi agli Svevi, i tedeschi originari del Baden-Württemberg o del distretto governativo bavarese di Svevia.

Tutto ha inizio al tempo della caduta del Muro, quando i primi Svevi cominciarono ad arrivare in città e a metter su casa. Dal 1999, anno in cui Berlino divenne a tutti gli effetti capitale della Germania riunificata, con il trasferimento dei ministeri da Bonn, il fenomeno migratorio è cresciuto a tal punto da essere diventato una costante lamentela, ampiamente discussa fra i “veri” Berliner.

Una lotta di classe. A dar fastidio ai berlinesi è, innanzi tutto, la ricchezza sveva. I loro acquisti immobiliari e il loro modus vivendi, unitosi alla gentrificazione degli ultimi anni, hanno provocato un notevole aumento dei prezzi, creando sì uno sviluppo economico, ma non permettendo più a tantissimi autoctoni di godersi i quartieri e i palazzi in cui sono nati e cresciuti.

Altra seccatura avvertita dai berlinesi (certamente non da noi che a mala pena balbettiamo la lingua di Goethe) è il dialetto: a Berlino, oggi, si parla troppo Schwäbisch. Ad accorgersene, tra gli altri, è stato il vicepresidente del Bundestag Wolfgang Thierse.

Thierse si arrabbia ogni qual volta in un panificio apprende che non ci siano più Schrippe (termine utilizzato a Berlino per dei semplici panini), ma Wecken (vocabolo utilizzato dagli Svevi). É stato proprio il politico a dare il “la” alla guerra: in un’intervista, infatti, il vice-presidente ha parlato della mancata integrazione degli “immigrati” del sud nella città tedesca.

Gli Svevi, per tutta risposta, hanno dato vita al gruppo Free Schwabylon, il cui obiettivo è quello di creare un quartiere svevo nel cuore di Prenzlauer Berg. Per far conoscere le proprie posizioni, gli attivisti hanno colpito la statua di Kathe Köllwitz, scultrice e pittrice tedesca, con gli Spätzle, il loro piatto tipico: simbolo emblematico la cui scelta, affermano, è stata meditata a lungo.

“Non ce l’abbiamo con Köllwitz“, hanno rivelato poi i componenti di “Free Swabylon” a Vice, giurando anzi di rispettare la memoria dell’artista tedesca (una delle principali nel XX secolo). La loro scelta è ricaduta soltanto su uno dei simboli “forti” della zona che vorrebbero trasformare nel loro regno: Kollwitzplatz, infatti, diventerebbe il cuore della neonata Schwabylon.

Proprio nei pressi di Kollwitzplatz, del resto, abita da tempo Thierse, che, a dirla tutta, nemmeno è un vero e autentico berlinese. Il suo luogo di nascita, infatti, è Breslau; a Berlino vive dal 1964. Gli attivisti, a conferma della loro buona fede, hanno posato sulla statua, dopo poche ore, una corona d’oro.

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6 Commenti

  1. vivo a due passi dalla piazzetta…e questa è una polemica tanto sterile quanto inutile, come giustamente mi ha ricordato il collega Svevo! i Berlinesi doc, prima di lamentarsi, farebbero bene a ricordarsi com’era ridotto il loro quartiere prima del crollo del muro…e in parte lo è ancora: ci sono palazzi che letteralmente stanno crollando, sembrano sopravvissuti alle bombe dell’ultima guerra…

  2. I Berlinesi che si lamentano non sono altro che barboni abituati a vivere nella loro stessa spazzatura che si lamentano di un cambiamento in positivo.
    Certo che però anche questa autoghettizazione in determinate zone è veramente triste, preferirei che portassero la loro ricchezza e cultura in tutti i distretti uniformemente, solo così potrebbe essere un vero passo avanti per tutta la città.

  3. questa “guerra civile” esiste da tanti anni, non mi sembra il caso di dire che “i tempi stanno cambiando”. mi fate venire voglia di andarmene, altrimenti. berlino è e sarà sempre una multi culti….sono gli eccessi che nn piacciono, l’essere sovrastati. nn li giustifico ma forse ankio, al loro posto, mi sentirei minacciata.

  4. evviva la neukölln multikulti (ma anke là le cose purtroppo stanno cambiando leggasì gentrificazione)

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