STRA-KINO – Lola corre, 1998

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Squilla il telefono.

Rispondi.

Corri.

Corri Lola. Corri.

Corri più veloce del tempo, giù per le scale, in mezzo alla strada.

Attenta alle macchine, alle suore, ai cani.

Corri.

Lola corre e la sua è una corsa contro il tempo. Un tempo indefinito che finisce, torna indietro e ricomincia. Da capo. Passa, gira e riparte e non si sa più cosa c’era prima e cosa è venuto dopo.

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TRAMA

Una telefonata e venti minuti per trovare 100.000 marchi.

Come in un videogioco dove si può scegliere di tornare indietro, mettere in pausa e salvare, la giornata di Lola, dopo la telefonata di Manni, si trasforma in una gara e le gambe devono farsi forza e correre il più possibile. Il fiato non basta, serve un’idea, alla svelta e possibilmente che funzioni. Come e dove trovare tutti quei soldi? Quando pensi di aver trovato la risposta, succede qualcosa che fa tornare tutto nel caos e allora devi ricominciare.

Squilla il telefono.

Rispondi.

Corri.

Corri Lola. Corri.

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Un’altra vita, un’altra stellina s’illumina e un’altra idea deve colpire i nervi del cervello. Alla svelta. Seconda possibilità. Avanti trova una soluzione! Il tempo scorre e Lola corre.

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1998, nove anni dalla caduta del Muro di Berlino e la città come Lola, gira. Si muove, cambia, si trasforma e il cinema tedesco riprende forma, una nuova struttura. Tom Tykwer diventa uno dei registi padre di un film divenuto simbolo del cinema tedesco moderno. A tratti psichedelico, torna e ritorna in un vortice. Una spirale che ricorda Vertigo del grande Hitchcock e Madeline è una Lola in divenire, versione post-moderna.

Un film dove le musiche sono colonna portante di ogni frame e attimo. Musica è film, film è musica.