Berlino, la minaccia dei detenuti: “Intervenite o sarà rivolta”
I detenuti dalle carceri di Tegel, Moabit e Charlottenburg hanno annunciato una rivolta generale ed uno sciopero della fame per protestare contro le loro condizioni di detenzione. In una lettera aperta inviata al Senatore della Giustizia, Thomas Heilmann (CDU), hanno posto l’amministrazione cittadina di fronte ad un aut aut.
Due le motivazioni principali della loro protesta: in primo luogo, il numero eccessivo di detenuti per ogni cella (in alcune situazioni tre o quattro persone occupano uno spazio che dovrebbe ospitarne al massimo due); in seconda battuta, la mancanza di un numero adeguato di assistenti sociali (oggi ogni assistente è responsabile in media di 50/60 detenuti).
La lettera, firmata dai rappresentanti dei detenuti delle tre prigioni e dai responsabili del giornale interno della prigione di Tegel, è intitolata: “Signor Heilmann, non lasci che le carceri di Berlino diventino delle fogne!“. Il Senatore della Giustizia ha detto che esaminerà con cura le richieste dei carcerati, dibattendole in sede di commissione e pubblicamente in aula.
In un report pubblicato ad aprile, l’Agenzia tedesca per la Prevenzione della Tortura aveva giudicato insufficienti le condizioni delle strutture carcerarie di Berlino. Condizioni igieniche disastrose, insetti, scarsità di luce e di aria nelle celle, sovraffollamento e violazione della privacy (la videosorveglianza “spia” i detenuti anche mentre vanno in bagno) i problemi principali sottolineati nel documento.
Un paradosso in una città dove c’è un carcere – quello di Grünau – in cui la maggior parte delle celle è vuota. E non per mancanza di personale, visto che sono 180 le guardie che presidiano la struttura fantasma.