A Berlino per amore (della musica elettronica): intervista agli STRI

di Valerio Bassan

FanoBerlino sono lontane 1200 chilometri. Ma è una distanza che percorri in fretta, quando hai fame di solcare nuove strade. É il caso degli STRI, promettente duo italiano dedito ad un’elettronica che mescola armonie eteree e beat potenti, un mix catchy scaturito in un interessante esordio discografico – Canyon, uscito ad inizio anno – e sintetizzato alla perfezione da una canzone che ha tutti i crismi della hit internazionale: Summerize. Il Mitte incontra Alberto Canestrari e Nicola Battistelli dopo il loro concerto di debutto nella loro nuova città, a poche settimane dal loro arrivo, all’Aspettando Filippo di Friedrichshain.

Come mai avete deciso di trasferirvi?
Succedeva spesso che alla fine dei nostri concerti qualcuno ci dicesse “Ma perché siete ancora in Italia?” oppure “Voi non potete stare qui! Dovete andare via!” e non capivamo se fosse una minaccia o un consiglio. L’idea di partire si è concretizzata dopo alcuni mesi dell’uscita del disco e varie date in Italia perché volevamo trasformare una passione in un lavoro; “Canyon” ha avuto ottime recensioni e apprezzamenti dal pubblico italiano e questo ci ha dato la spinta a osare in un territorio più ampio e complesso ma sicuramente più consono alla nostra musica. Effettivamente la scelta di partire sembra sia stata azzeccata. L’ambiente e l’eccitazione di essere a Berlino ci ha dato modo di produrre nuova musica in poco tempo. Nell’arco di un mese probabilmente faremo uscire qualcosa di nuovo.

Com’è stato il primo impatto con la città tedesca?
Il salto è stato decisamente grosso, passare da una piccola città come la nostra a una capitale europea ci ha un po’ storditi. Ci sono eventi tutti i giorni e a tutte le ore, conosci artisti di cui non hai mai sentito parlare che fanno musica sul serio oppure incontri ragazzi che lavorano per costruirsi una propria etichetta e per scoprire nuova musica. Diciamo che l’ambiente sembra molto interessante! Qui, nel nostro piccolo, stiamo muovendo i primi passi collaborando con Phonocaster Booking che ha visto in noi un buon progetto. Ora ci piacerebbe aprire STRi anche a collaborazioni che ci possano aiutare a realizzare al meglio il nostro live, tipo visual, luci e installazioni, o che ci possano far conoscere in ambienti differenti.

Come collaborate nella composizione dei pezzi?
Si parte con un’idea abbozzata, di solito sono loop di chitarre e voci, poi cominciamo a cercare i suoni e il ritmo adatti. Questi sono quasi sempre differenti in tutte le canzoni. L’unica cosa ricorrente sono le chitarre e la voce che riportano all’atmosfere dream dei loop abbozzati. Di solito cerchiamo di creare strutture in movimento valorizzando i cambi e le transizioni per creare un flusso scorrevole. Tutte le idee che ci vengono in mente le trattiamo allo stesso modo sia che siano di uno o dell’altro, senza mai lasciare il posto ai personalismi o virtuosismi e sempre cercando di tirane fuori il meglio. Ovvio che se poi fanno cagare le buttiamo via! Fortunatamente abbiamo gusti simili e quindi ci troviamo sempre d’accordo nelle scelte.

Da chi e da cosa traete ispirazione?
Abbiamo battezzato la nostra musica dream club perché ci sono sempre atmosfere eteree, trasognanti, surreali insieme ai ritmi martellanti dell’elettronica. Veniamo entrambi dal rock e solo negli ultimi 2 anni ci siamo addentrati nell’elettronica. Questo ci permette di fondere i due generi senza che uno prevalga sull’altro. Di base la nostra musica trae ispirazione da Techno, Trance, Chillwave e Post-Rock. Artisti che ci hanno influenzato maggiormente sono Paul Kalkbrenner, Moderat, Gold Panda, Deadmau5, Radiohead, Sigur Ros, Deftones.

Che cosa non funziona nella musica live in Italia, secondo voi?
Qui a Berlino, la cosa che abbiamo notato suonando e andando a vedere i concerti, è che la gente è sempre molto attenta e curiosa verso le nuove proposte, cosa che in Italia è molto più rara. Il problema non è tanto nei live ma nel fatto che la musica non viene considerata come cultura. Chi organizza le serate si vede sempre costretto a scegliere un evento sicuro, che gli riempie il locale. Ci sono tanti gruppi emergenti ma poche opportunità e pochi locali adatti.

Berlino è la Mecca della musica elettronica. In Italia com’è recepito questo genere musicale?
Negli ultimi anni la musica elettronica è esplosa anche in Italia, ci sono molti più eventi, dj e produttori. C’è sicuramente spazio per questa musica anche se per ora non c’è un vero e proprio centro o scena di riferimento. Negli ultimi anni ogni paese ha dato un’impronta a questo tipo di musica, se si pensa a Berlino, Parigi e Londra vengono subito in mente Techno, French Touch e Dubstep. L’Italia, che soltanto ora sta scoprendo i nuovi stili di musica elettronica, è ancora in fase di sperimentazione e trae ispirazione dall’estero.

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2 COMMENTS

    • Queste sono le prossime date certe a Berlino…
      26 Gen : Berlin – Aspettando Filippo
      31 Gen : Berlin – Soupannova
      01 Feb : Berlin – UnterTitel

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