Germania, assumi un disoccupato? Lo stato ti paga
Duecentomila nuovi posti di lavori sarebbero una manna, in tempo di crisi. Anche in Germania. Lo sa bene Günter Baaske, il Ministro del Lavoro del Brandeburgo, che sta mettendo a punto – insieme a cinque colleghi di altri Länder – una proposta in grado di dare un impulso importante al mercato del lavoro tedesco.
Per Baaske, i tanti differenti programmi per il sostegno alla disoccupazione attualmente attivi nella Repubblica Federale risultano dispersivi e poco amalgamati tra di loro. Unirli secondo una visione coordinata, invece, porterebbe innegabili vantaggi, e non solo a livello di diminuzione dei costi, bensì anche sotto un punto di vista occupazionale.
Attualmente, secondo il Ministro, il sistema “parcheggia i disoccupati in un angolo, affidandogli occupazioni senza senso. Ma il nostro obiettivo è quello di farli tornare operativi”, ha spiegato alla Frankfurter Rundschau. “Vogliamo finanziare il lavoro, non la disoccupazione“, ha aggiunto Baaske.
Per questo, alle aziende che assumeranno i disoccupati di lungo corso (fuori dal mercato del lavoro da almeno due anni e “impossibilitati a trovare un impiego nell’immediato futuro”), lo stato girerà il versamento del sussidio di disoccupazione: un modo per convincere sempre più firme tedesche ad allargare la propria schiera di dipendenti, aiutando al contempo le persone maggiormente in difficoltà.
La proposta, che sarà presentata nei prossimi giorni al Bundestag, presenta ancora dei lati negativi. La fornitura dell’incentivo alle aziende, infatti, potrebbe convincerle ad assumere personale disoccupato meno qualificato, piuttosto che giovani laureati, nella prospettiva di dover pagare meno; o, addirittura, a licenziare un dipendente per sostituirlo con un altro in regime agevolato.
Questi i punti deboli su cui c’è ancora da lavorare e che, con tutta probabilità, freneranno l’approvazione della riforma in Senato. Baaske, conscio delle possibili implicazioni della legge, sta lavorando con le parti politiche per trovare una soluzione ai problemi. 200mila disoccupati potrebbero tornare a lavorare grazie alla proposta: perlomeno, vale la pena di discuterne.
Lo fanno giá.
Un amico, italiano tral’altro, e non piú giovanissimo (non un 17enne, siamo giá oltre i 30), lavoratore per qualche anno in un Bio Laden (una catena), sostituito da un azubi.
Da non sottovalutare inoltre che spesso (mia opinione, magari sbaglio, ma ho notato ció) si preferisce assumere tedeschi.
Vorrei inoltre aggiungere che il Jobcenter propone solamente gli 1 euro jobs a coloro che usufruiscono degli aiuti statali (ALG II); ti mandano a lavorare 30 ore a settimana pagandoti 195 euro al mese.
Che tu stia in ufficio o in cantiere, quello rimane il “””””salario”””””.
si 195,- € oltre alla disoccupazione ecc ecc
Sono d´accordo con aria.. pensavo anche io che fosse solo la mia impressione ma per me e´ proprio cosi´: i tedeschi preferiscono assumere altri tedeschi! Ma perche´ noi in Italia nn siamo capaci di farlo????
da 5 anni qui mai assunta e il tuo commento mi consola perche’ negli ultimi tempi pensavo fossi io a fissarmi contro i tedeschi..per non parlare di umiliazioni subite all’ arbeitsagentur che mi dissero che la mia laurea qui non serve e che posso solo putzen
hai troppo ragione.
Dipende anche da che laurea hai, esperienze precedenti e attività parallele!
..senza offesa.
confermo i commenti sopra al 100%, non c´e´altro da aggiungere.
Berlino internazionale come Avellino nel 1935
Dai commenti che si leggono a questo articolo sembra proprio che alcuni italiani non riescano proprio ad abbandonare la loro attitudine provinciale. Per fortuna a Berlino ci sono anche italiani con la mente più aperta. Quelli che vogliono inserirsi e lavorare. E ci riescono.