L’aeroporto è in ritardo: Air Berlin chiede i danni
Da mesi, a Berlino, non si parla d’altro. Il Flughafen Debakel ha catalizzato a lungo le prime pagine dei giornali. Il rinvio dell’apertura del nuovo aeroporto di Berlino, BER, dal giugno del 2012 all’ottobre del 2013, è diventato un vero e proprio caso, nazionale e internazionale.
Oggi la saga si arricchisce di un nuovo, inaspettato capitolo. Air Berlin, la seconda compagnia tedesca per dimensioni e per numero di passeggeri, ha deciso infatti di trascinare in tribunale il direttivo responsabile del “catastrofico” ritardo nell’ultimazione dell’opera.
Air Berlin, con una mossa inattesa, si è detta intenzionata a chiedere i danni derivati dalla non-apertura dello scalo. Il rinvio, infatti, ha sconvolto completamente i piani strategici dell’azienda, che aveva già messo in cantiere un aumento del numero dei voli (e dei dipendenti), oltre a nuove tratte internazionali. Tutto però è finito nel congelatore, con grande disappunto e gravi perdite economiche correlate.
“Prima di decidere se prendere questa strada, abbiamo tentato di trovare una soluzione che andasse bene a tutte le parti in causa”, ha spiegato Hartmut Mehdorn, chief executive di Air Berlin. “Purtroppo, non ci siamo riusciti. E ora siamo costretti a ricorrere alla giustizia per difendere i nostri interessi”.
Non è lecito sapere quale sarà la cifra di risarcimento richiesta dalla compagnia, ma si tratta – affermano alcuni – di svariate decine di milioni di euro. Ora toccherà alla giustizia tedesca esprimersi sulla spinosa questione. Per ora dalle parti politiche, in particolare dalla SPD – Wowereit è il primo imputato “morale” del rinvio dell’apertura – non sono ancora giunte posizioni ufficiali.