Fuori città

Sant’Anna di Stazzema, lettera aperta degli italiani in Germania

L’ossario commemorativo di Sant’Anna di Stazzema

Dopo l’archiviazione, decisa dalla procura di Stoccarda, del fascicolo riguardante la strage di Sant’Anna di Stazzema, un gruppo di italiani residenti in Germania ha deciso di fare sentire la propria voce. Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera, consultabile online a questo indirizzo, che verrà inviata nei prossimi giorni alle autorità competenti. Per sostenere l’iniziativa, promossa dall’Associazione Malaparte di Berlino, è possibile aderire “firmando” il testo della missiva.

Lettera aperta degli italiani in Germaniaalle loro eccellenzeJoachim Gauck, Presidente della Repubblica Federale di GermaniaGiorgio Napolitano, Presidente della Repubblica ItalianaAngela Merkel, Cancelliere della Repubblica Federale di GermaniaMario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri ItalianoMartin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo

Gli Italiani che vivono in Germania sono costernati dall’archiviazione da parte della Procura di Stoccarda del fascicolo riguardante la strage di Sant’Anna di Stazzema – al termine di una inchiesta fatta durare dieci anni – con motivazioni scandalosamente in contrasto con la realtà dei fatti ed argomenti pseudo-storici.

Noi non entriamo in questioni legali, dato che con la sua decisione il ben noto Procuratore generale Bernhard Häußler, ha fatto diventare una questione legale un grave fatto politico.

Dunque chiediamo che il problema venga risolto al più presto possibile con la rimozione di Bernhard Häußler e dando al procedimento la conclusione naturale in tempi brevi.

Con tutto il rispetto della magistratura tedesca, anche sorvolando sul dato di fatto storico che dopo la seconda guerra mondiale nel territorio della Repubblica Federale i peggiori assassini nazisti che ricoprivano cariche nella magistratura non furono rimossi e continuarono tranquillamente la loro opera di avvelenamento della società tedesca, un Procuratore come Bernhard Häußler non può mettersi al disopra del Parlamento Federale, il quale il 15 maggio 1997 con un proprio ordine del giorno ha stabilito: “Der Zweite Weltkrieg war ein Angriffs- und Vernichtungskrieg, ein vom nationalsozialistischen Deutschland verschuldetes Verbrechen”. (La seconda guerra mondiale fu un atto di aggressione e guerra di sterminio, un crimine perpetrato dalla Germania nazista)

A questo si aggiunge il fatto che la banda degli assassini di Sant’Anna di Stazzema era la 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, che non era composta da “normali soldati”, ma da appartenenti ad una milizia di partito, tutti volontari, criminali da capo a piedi, già in virtù dell’appartenenza a tale banda.

Qui sta il vero problema: in Germania da decenni si fa tanta “Aufarbeitung” (analisi storica), ma nessuna “Abrechnung” (resa dei conti). Da quando la Germania ha perso la seconda Guerra mondiale, per quaranta anni la Repubblica Federale Tedesca non è riuscita o non ha voluto liberarsi della teppaglia nazista; con l’unificazione qualcuno sperava probabilmente che non se ne parlasse più. Ma sono troppe le vittime lasciate sul suolo di tutta l’Europa per poter fare finta di niente.

Qui nessuno vuole dare la colpa a chi “ha avuta la grazia della nascita ritardata”, come disse una volta Helmut Kohl, ma una responsabilità comunque rimane loro, cioè quella di dover fare i conti con la storia, eliminare le tossine ed i veleni nazisti che ancora circolano nella società tedesca ed evitare che le follie barbariche del passato si possano ripetere.

Il mancato riconoscimento di cosa fu veramente il nazismo da gran parte della Germania, rappresenta un enorme ostacolo sul cammino dell’Unione Europea, unico orizzonte che potrà ridare al nostro continente un futuro possibile di pace e giustizia sociale.

Noi in nessun modo intendiamo fare di ogni erba un fascio, non vivremmo per nostra libera scelta in Germania. Non dimentichiamo neanche il fatto che durante la seconda guerra mondiale migliaia e migliaia di veri soldati tedeschi ebbero il coraggio di fare la scelta giusta, voltando le spalle ad ufficiali in grado di dare solamente ordini folli, non solo arrendendosi agli alleati, ma addirittura collaborando in vari modi con la Resistenza italiana, mostrando di essere veri precursori di una Germania europea, amante della Giustizia e della libertà. Molti di loro furono massacrati al pari e spesso insieme a vittime italiane, facendo onore alla Germania. Quelli che sopravvissero nella Repubblica Federale furono perseguiti ed umiliati da funzionari pubblici e politici dal solido passato nazista.

Cogliamo ancora questa occasione per ribadire che anche in Italia persistono alcune ombre lunghe del passato fascista e dunque non possiamo che tendere la nostra mano amichevole a tutti quei tedeschi che si battono per chiudere definitivamente con il passato nazista ed i suoi eccessi barbarici.

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4 Commenti

  1. Apprezzo e condivido questa lettera. Vi invito ad aderire all’ ANPI Germania, per rafforzare qui la nostra presenza antifascista…senza dimenticare che, purtroppo, anche in Italia l’ indifferenza, l’ ignoranza ed un miope, e complice, calcolo politico hanno permesso di occultare i documenti delle stragi nell’ “armadio della vergogna” , con conseguenze disastrose per l’ evoluzione democratica del nostro Paese, e reso troppo facile ai tedeschi – ed ai neofascisti nostrani – il “voler e poter dimenticare”.

    1. Condivido in parte la lettera, ma come italiani che pretendiamo giustamenmte verità e giustizia non possiamo dimenticare che la prima archiviazione è avvenuta in Italia ed è durata,per quanto concerne Sant’Anna di Stazzema, 60 anni. Non possiamo dimenticare che il Fascismo fu responsabile come il Nazismo della barbarie e che anche il Italia non ci siamo liberati della “teppaglia” fascista. Poco tempo fa , nel comune di Affile, provincia di Roma e non di Bolzano, è stato realizzato – sembrerebbe con fondi pubblici della Regione Lazio- un sacrario per ricordare il gerarca fascista, Generale Rodolfo Graziani, criminale di guerra, nonostante viga una Costituzione che dovrebbe impedire che si realizzino certe vergogne, sopratutto con i soldi dei contribuenti. Nel silenzio assordante avviene anche questo. In Italia e non in Germania. Altro che ombre! Questa è ostentazione di fascismo bell’e buona. Inoltre vorrei osservare che la questione IMI è un’altra verità scomoda archiviata, e chi pretende verità e giustizia deve farlo a 360°. E’ una lettera che senza volerlo sembra sottacere sulla responsabilità italiana di aver ritardato la giustizia sui crimini contro l’umanità commessi dai nazifascisti dall’8 settembre 1943 al 1945. Rileviamo allora che occorre riconoscere le travi nei nostri occhi per poter mettere in evidenza quelle negli occhi altrui . Inoltre, potrei soffermarmi su altri aspetti toccati dall’archiviazione decisa dalla Procura di Stoccarda, dimostrando che verità non si fa e non si vuole fare neppure in Italia.

  2. Nella nostra pagina su Fb abbiamo condiviso e riportato due vostri file.
    Cordiali saluti

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