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Oltre 600 persone al funerale di Johnny K.

Dentro, un’intima cerimonia buddista, come richiesto dalla famiglia. Fuori, oltre cinquecento persone. Conoscenti della vittima, certo: ma anche persone comuni, profondamente toccate da uno dei più gravi ed inspiegabili episodi di cronaca nera che Berlino ricordi, almeno negli ultimi anni.

Al funerale di Johnny K., il ventenne ucciso a calci due settimane fa, ad Alexanderplatz, c’era anche la famiglia di Giuseppe Marcone, l’italo tedesco che – soltanto 12 mesi fa – venne travolto da un destino altrettanto crudele, altrettanto inesorabile. La cerimonia si è tenuta presso la Haus der Begegnung di Charlottenburg, nella giornata di domenica.

 Non sono mancati gli esponenti politici. C’era Thomas Heilmann, il senatore alla Giustizia (CDU), e c’era il sindaco Klaus Wowereit (SPD). “Oggi è un giorno di lutto“, ha detto il primo cittadino. “La morte di Johnny è stata senza senso. Quella violenza non ha motivazioni”.

Continuano, intanto, le ricerche dei colpevoli. Mercoledì scorso due giovani sono stati fermati, ma rilasciati dopo poche ore per insufficienza di prove. “Dobbiamo fare tutto il possibile per catturare gli aggressori”, ha spiegato Heilmann. Il sospettato principale, un ex pugile, potrebbe essersi rifugiato in Turchia.

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