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Famiglia scacciata dal taxi perché ebrea

[ © Dirk Ingo Franke on Wikimedia Commons / CC BY-SA 3 - remixed by Il Mitte]
[ © Dirk Ingo Franke on Wikimedia Commons / CC BY-SA 3.0 – remixed by Il Mitte]

Mercoledì scorso è iniziato lo Yom Kippur, la ricorrenza religiosa ebraica che celebra il giorno dell’espiazione, e come la maggior parte dei berlinesi di fede ebraica anche Esther Dobrin voleva raggiungere la sinagoga. Purtroppo, però, il tragitto ha preso la piega di una terribile esperienza. A seguito della loro presentazione, infatti, il tassista di Berlino ha gettato fuori dall’auto Esther e la sua famiglia, perché ebrei.

Erano le undici di mattina, quando è avvenuto l’incidente. Esther Dobrin non ha voluto prendere la propria macchina, così il marito ha chiamato un taxi per la sua famiglia, a Dahlem. Ad accompagnare Esther c’erano la figlia di undici anni, il nipote diciannovenne ed un amico di vent’anni.

Una volta salita in taxi, la famiglia ha detto al conducente dove voleva andare: al 13 di Pestalozzistraße, a Charlottenburg. “Fino ad allora, era stato molto cordiale”, ha dichiarato la signora Dobrin. Poi, però, il tassista ha chiesto di nuovo dove esattamente doveva fermarsi l’auto.

Alla sinagoga, ho detto” continua Esther nel racconto. Fu a quel punto che il comportamento del tassista è cambiato, sostenendo all’improvviso di non sapere dove si trovasse la via. Non è stato aiutato nemmeno dalle descrizioni della donna, quali “è vicino a Kantstraße” o l’indicazione della via sul suo navigatore. Improvvisamente il taxi si è fermato nel bel mezzo della Clayallee e i suoi passeggeri sono stati invitati a cercare un altro taxi. «Ci ha buttato fuori“.

Esther Dobrin ha 37 anni e a quanto pare non si intimidisce facilmente. La donna ha infatti preso nota del suo nome (l’uomo aveva il permesso per esercitare la professione di tassista da 31 anni) e del numero di taxi, che ha anche fotografato, dopodiché ha chiamato il marito e denunciato l’accaduto alla polizia e all’Associazione dei Taxi.

Ci ha guardati come fossimo sporicizia“, ha affermato Esther, mentre la figlia undicenne ha saltato la scuola a causa del trauma: “Sono nata a Charlottenburg e conosco la storia solo dai miei nonni. Il mio bisononno è stato ucciso ad Auschwitz. Anche se avessi indossato una stella di David, tutto questo non sarebbe dovuto accadere”, racconta la giovane.

Un portavoce della polizia ha dichiarato che le circostanze sarebbero state esaminate e tutte le persone coinvolte verranno interrogate. Se l’incidente abbia toccato norme penali è discutibile, mentre una violazione dell’obbligo di procedere verrebbe punita come infrazione. L’Associazione dei Taxi ha preso in esame il caso, ma il Presidente, Uwe Gawehn, ha dichiarato che “il driver non è un nostro membro” e ha trasmesso il caso all’Ufficio del Land per i cittadini e gli affari regolatori.

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