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PANEM ET CIRCENSES – Dolceamaro (più dolce, però…)

Society is a joint-stock company, in which the members agree,
for the better securing of his bread to each shareholder,
to surrender the liberty and culture of the eater.
The virtue in most request is conformity.
Self-reliance is its aversion

R.W.Emerson

© Panem et Circenses

“Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere con profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto”. Vi ricordate la celebre frase recitata nella caverna indiana de “L’Attimo fuggente” ? Robin Williams che è “capitano, mio capitano”, Walt Whitman, Shelley, Thoreau. “Andai nei boschi…”, Henry D.Thoreau. Niente di più lontano da Berlino non trovate? Cosa c’entrano i boschi con Berlino? É poco probabile che gli orsi a cui Berlino deve il suo nome frequentassero il Berghein o il Panorama Bar, non penso vivessero a Kreuzberg e mangiassero kebab di Mustafà o si trovassero la domenica mattina agli Open Air del Sysiphos. Dovevano vivere nei boschi…eppure oggi di boschi se ne trova soltanto qualche posticcia presenza oltre la periferia, ben fuori dal Ring, ben lontano dal cuore pulsante della città. Berlino è l’antitesi della natura e chi mi viene a dire che è una città verde può baciare il mio naturalissimo…

Nel bel mezzo di Mitte, però, a due passi (ma che dico due, a mezzo passo) da Friedrichstrasse, ad un tiro di schippo da casa di Angela e dal suo Bundestag – che nella sua fredda bellezza di pietra vetro e acciaio dardeggia sul destino d’Europa, lanciando strali rabbiosi e procedendo a testa bassa verso un collasso dal quale, miei cari tedeschi, non sareste certo immuni – sulla riva della Sprea si trova una piccola galleria d’arte che risponde al nome di Emerson Gallery.

Ralph Waldo Emerson è un filosofo americano della prima metà dell’Ottocento, considerato uno dei padri del trascendentalismo, amante della vita frugale e della natura e grande amico di Henry David Thoreau. Da qui il nesso coi boschi e con la frase d’aperturta.

Alla Emerson Gallery è in corso, dal 1 Agosto (finirà il 22 Settembre), un bella rassegna dedicata all’arte italiana: “Buongiorno e Arrivederci” di cui “Il Mitte” ha scritto qui qualche settimana fa. Panem et Circenses ha avuto il piacere (e dopo averci lavorato posso dire anche l’onore) di offrire in due occasioni i suoi servigi culinari. Dopo l’esordio per l’opening del progetto di Barbara Fragogna “My Cage is your Palace”, Panem ha bissato con la partecipazione ad una giornata organizzata lo scorso 31 Agosto in occasione della doppia performance del collettivo artistico vicentino Jennifer Rosa. Un gruppo numeroso ed affiatato di bravi professionisti, emozionanti artisti e simpatici veneti: tre ottime caratteristiche rispettivamente prima, durante e dopo l’evento.

Questa volta gli sforzi di Panem si sono sdoppiati per dare vita ad una duplice Food Translation. Da un lato il pensiero di Emerson ha ispirato cinque interventi specifici, davvero per tutti i gusti, dal dolce al salato, dal suino al vegano; dall’altro ci siamo divertiti a creare una vera e propria food installation per rispecchiare un affascinante progetto fotografico dei Jennifer dedicato ai gemelli. “A Quotes Intermezzo” e “Twins” sono stati il risultato del nostro lavoro.

© Panem et Circenses

Non vogliamo svelare di più in questa sede, vogliamo, al contrario, invitarvi sul nostro sito nuovo di zecca (www.panem-et-circenses.me) e sulla nostra pagina Facebook dove potrete spegnere (o accrescere, chi lo sa…) la vostra curiosità.

Per quanto questo post possa sembrare un po’ promozionale (ed in effetti lo è!) vogliamo cogliere l’occasione di fare nuovamente i complimenti a chi ha lavorato e sta lavorando alla rassegna, Barbara Fragogna e Russell Radsinski su tutti, ai Jennifer Rosa, davvero una bella scoperta, a Il Mitte – che si sbatte, come forse chi legge i suoi articoli soltanto per il basso e piccolo piacere di poter fare polemica con qualche commento maligno, non può nemmeno immaginare – e a tutti gli italiani che sono qui a Berlino per “fare” e “fare bene” e vedono nei connazionali un potenziale partner e non un terribile competitor-avversario-nemico (e il climax è voluto!) da infangare e screditare sulla base di un arrogato e arrogante diritto di prelazione stupidamente calcolato in tempo e non in impegno.

© Panem et Circenses

A tutti questi complimenti. Continuate e continuiamo così.

Magister_L

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