Perché… a Berlino la nostalgia perde una “n”?
Nel 1989 la la Repubblica Democratica Tedesca si sgretolò, e con lei “cadde” il Muro di Berlino. Nei mesi successivi, con la riunificazione delle due Germanie, iniziarono a scomparire frettolosamente i simboli che per trent’anni avevano caratterizzato la DDR: i cibi, le automobili, i vestiti e tutti quegli oggetti, quei modi e quelle usanze che rendevano l’Est così differente dall’Ovest. Fu così che, in pochissimi anni, la parte alta di Berlino cominciò a trasformarsi radicalmente. Le vecchie serie televisive di ispirazione sovietica non vennero più trasmesse, i prodotti sugli scaffali dei supermercati si occidentalizzarono, e per le strade di Prenzlauerberg e Friedrichshain cominciarono a circolare sempre meno Trabant e Wartburg. Negli anni successivi a questi cambiamenti repentini, molti tedeschi che vivevano nella “ex” DDR cominciarono a sentire la nostalgia di quei simboli, di quei prodotti e di quei riferimenti culturali con cui erano nati e cresciuti fino a poco tempo prima. Questo sentimento venne definito, con un termine fortunato, Ostalgie – una crasi tra il termine Osten, che indica l’est, e la Nostalgie imperante tra i vecchi abitanti del regime sovietico.
Gli Ampelmännchen, letteralmente “omini del semaforo”, che nei caratteristici segnali luminosi di Berlino Est indossavano un grande cappello, divennero il simbolo della “nostalgia dell’Est” cittadina. Per salvaguardarli, già a partire dal 1995, vennero avviate diverse campagne di sensibilizzazione, che peraltro riuscirono nel proprio intento: ancora oggi, gli Ampelmännchen sono uno dei pochi simboli dell’Est sopravvissuti alla Cortina di ferro.
La nostalgia dell’est diventa un business
Nel frattempo, attorno ai simboli dell’Ostalgia è cresciuto un vero e proprio business, indirizzato sia ai turisti – sempre vogliosi di mettere mano al portafoglio per assicurarsi un ricordo della vecchia DDR – sia agli Ostalgici stessi: molte aziende tedesche, infatti, hanno ricominciato a produrre alcuni dei prodotti tipici della Germania Est.
É il caso, ad esempio, della Vita-Cola, la più celebre imitazione della bevanda americana commercializzata nei supermercati della DDR. A partire dal 1994, la ditta Thüringer Waldquell ha ricominciato a produrre la cola aromatizzata al limone che tanto piaceva ai giovani abitanti dell’Est. Con un grande successo: oggi la Vita-Cola, almeno negli ex territori dell’Est, vende più della Pepsi.
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L’Ostalgie è stata raccontata, negli ultimi anni, da diversi film, tra cui gli acclamati Kleinruppin forever, del regista Carsten Fiebeler, Sonnenallee di Leander Haußmann, e Goodbye Lenin! di Wolfgang Becker. Proprio in quest’ultima pellicola viene citato uno dei simboli dell’Ostalgie, gli Spreewälder Gurken, caratteristici cetrioli prodotti nella zona dello Spreewald e tanto apprezzati dagli abitanti dell’ex DDR.
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