I “cyber-bohémien” di Berlino che non vogliono lavorare

 

“Povera ma bella”, la capitale tedesca è un centro creativo e all’avanguardia, ma continua a vivere con i sussidi versati dagli altri Länder. Qui vive una popolazione per la quale il lavoro dipendente è un’angoscia, e il sussidio universale una speranza. Ritratto ironico di un famoso blogger, pubblicato originariamente sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung e tradotto in italiano da Presseurop.

di Rainer Meyer (traduzione: Andrea De Ritis)

Il mio amico H. è preoccupato perché si trova in un’età critica e si avvicina al momento in cui l’economia reale lo inserirà nella categoria dei “lavoratori anziani”. Tuttavia a Berlino se si fa attenzione si può arrivare a 45 anni senza aver mai esercitato un’attività regolare. H. non fa parte di questi eterni adolescenti che creano progetti di volontariato, lui ha lavorato nei media.

Quando l’ho incontrato a Berlino, otto anni fa, viveva alla giornata e spendeva senza fare attenzione. Oggi possiede degli immobili, ha ripreso gli studi ed è angosciato. E proprio per questo è favorevole alla creazione di un sussidio universale che, dice il nostro amico, gli darebbe più libertà d’azione, ed eviterebbe a tutti gli altri di subire l’oppressione di un lavoro con uno stipendio da fame. Il sussidio universale sarebbe per H. una liberazione psicologica. In realtà lui continuerebbe a lavorare duro, vuole solo essere liberato dalla paura irrazionale che lo assilla.

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