Orti urbani, la Technische Universität ne rivela i pericoli
L’orticoltura urbana è un fenomeno in pieno boom nelle principali città di tutto il mondo. Secondo le stime delle Nazioni Unite, almeno 800 milioni di persone la praticano regolarmente, contribuendo al 15-20% della produzione mondiale di cibo. Il fenomeno interessa anche 4,5 milioni di italiani, per lo più residenti al nord, che, come riportato dalla Confederazione italiana agricoltori, producono un volume di affari che supera il miliardo di euro ogni anno.
Avere un pezzo di terra vicino alla propria abitazione comporta sicuramente molti benefici, non solo di carattere economico. Curare un giardino implica un costante e proficuo esercizio fisico, mentre il cibo biologico, privo di additivi, non può che far bene alla salute. Tuttavia, un recente studio condotto dall’Institut für Ökologie della Technische Universität Berlin, pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Pollution, dimostra che frutta e verdura coltivati in città possono, in alcuni casi, contenere tracce significative di sostanze inquinanti. Si tratta di piombo, rame, zinco, cadmio, mercurio, nichel e ferro, che sono in grado di provocare gravi disturbi al sistema nervoso centrale o danneggiare seriamente quello emopoietico.
I ricercatori tedeschi hanno trovato un’alta concentrazione di metalli pesanti nelle verdure coltivate nei quartieri centrali di Berlino, in particolare nelle vicinanze di strade molto trafficate. Pur invitando a non creare inutili allarmismi, i ricercatori sottolineano che gli ortaggi coltivati in prossimità di strade molto trafficate risultano essere più contaminati rispetto ai campioni di controllo provenienti dai supermercati e dalla filiera tradizionale. Come spiegato in un comunicato stampa da Ina Säumel, la coordinatrice dello studio, i risultati della ricerca sono stati sorprendentemente chiari. Alcuni campioni hanno addirittura superato i limiti imposti dall’Unione Europea per il consumo sicuro di prodotti alimentari.
di Antonio Pilello
A dire la verità è da tempo che questo dubbio mi era sorto, ma non potendo citare studi a favore della mia tesi ero sempre stato accusato di “ecoscetticismo”…Se è vero che spesso nelle coltivazioni industriali vengono utilizzati pesticidi e altre amenità, anche la verdura coltivata a due passi da strade trafficatissime non mi sembra il massimo in quanto a salute.
Quindi la soluzione e’ ridurrel’inquinamento da traffico, non gli morti urbani. E ormai, alla vigilia delle auto elettriche, si può pure fare…
Orti, non morti :))