Arte e Cultura

Quando le città moderne diventano città fantasma

Ordos © Jordan Pouille

Alcuni ricercatori urbani di Berlino stanno esplorando un misterioso fenomeno – le città fantasma moderne. Dalla località di vacanza cipriota rimasta deserta alla nuova città cinese priva di abitanti, gli studiosi si domandano perché la gente abbandona le proprie comunità e indagano le storie che rendono questi posti vuoti così irresistibili.

Una volta, l’isola giapponese di Hashima era tra le aree più densamente popolate al mondo. Nel 1970, con il declino dell’industria del carbone, l’isola fu abbandonata. Oggi gli appassionati di storia amano esplorarla, nella speranza di scoprire i resti della città mineraria di una volta, mentre le rovine desolate dell’insediamento continuano ad ispirare registi, che replicano nei loro film le infestate ambientazioni.

Ma Hashima è solo un esempio di una serie di moderne “città fantasma” in tutto il mondo che hanno attirato l’attenzione dei ricercatori urbani e li hanno spinti a farne una mostra sul tema, nella capitale tedesca.
Neft Dashlari è un’altra di queste città. Un insediamento artificiale al largo della costa dell’Azerbaigian, Neft Dashlari fu costruita dai sovietici dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando lo stato si trovava di fronte ad una grave penuria di petrolio. L’occasione fu il ritrovamento di un grande deposito di petrolio a 42 chilometri al largo della costa azera, che spinse i funzionari a costruire una città per ospitare i lavoratori dell’impianto di perforazione ed erigere autostrade e abitazioni sulla cima di enormi pali d’acciaio. Da quando la riserva è vicina all’esaurimento, l’insediamento ha iniziato ad assomigliare ad una scena deserta di un film di fantascienza.

Le città fantasma non sono solo il risultato della de-industrializzazione. L’errore umano ed il conflitto possono condurre alla sparizione di intere comunità. L’ex beach resort cipriota di Varosha giace addormentata a causa dell’invasione turca del 1974, che ha portato la sua popolazione intera ad abbandonare la zona. I tavoli nelle case deserte sono ancora apparecchiati per il pasto e la biancheria è rimasta appesa ai fili, in prossimità dei lunghi tratti di spiaggia abbandonata.

Incidenti e catastrofi naturali sono un altro fattore che inducono le persone ad abbandonare le proprie case. Nel 1960, un incendio nella miniera sotterranea di Centralia, in Pennsylvania, ha costretto tutti i residenti, tranne una manciata, a fuggire dalla città. Soli sette abitanti risoluti vivere ancora lì, oggi, senza infrastrutture, né energia elettrica.

Le città fantasma non sono certo un fenomeno nuovo. Si ritiene, infatti, che un cambiamento di clima intorno al 1400 abbia portato all’abbandono della prospera città antica di Angkor in Cambogia, che vantava un avanzato sistema di acqua e sofisticate relazioni internazionali.

Varoscha © Yolanda Demetriou

Ma forse, ancora più impressionante, è l’esistenza di città di nuovissima costruzione rimaste deserte ancor prima di essere abitate. É il caso di Ordos in Cina, descritta come la “città fantasma meglio conservata al mondo“. Moderna e progettata per 300.000 persone, con lampioni gestiti da turbine eoliche e asfalto appena posato, oggi ospita circa 5.600 abitanti, prevalentemente giardinieri e costruttori trasferitisi per i lavori stagionali ben pagatoi.

Brigitte Schultz, ricercatrice urbana e direttore della rivista tedesca di architettura Bauwelt, attribuisce il fascino delle città fantasma ad una connessione emotiva al fenomeno, piuttosto che ad una connessione intellettuale.

“Penso che la gente possa connettersi a queste storie”, ha dichiarato durante l’inaugurazione della mostra “Moderne Geisterstädte” che vede esposte le fotografie delle città fantasma di tutto il mondo presso l’Architekturmuseum der Technischen Univerisität Berlin. La Schultz, anche curatrice della mostra, ha commentato che queste città fantasma “Spesso ci ricordano la nostra umanità. Prendiamo il caso di Centralia, per esempio. Qui ci sono sette persone che dicono: ‘No, questa è la nostra casa. Non andremo,’ anche se questo significa vivere senza strade ed elettricità”.
Il Direttore del museo, Dr. Hans-Dieter Nägelke, ha affermato che l’architettura rappresenta “l’essenza di una persona“. Con uno sguardo all’esterno del museo, dove ciuffi d’erba stanno spuntando selvaggiamente tra le lastre di cemento, il Direttore ha scherzato su quanto Berlino gli ricordasse alcuni dei luoghi presenti in mostra.

“Queste città fantasma ci fanno chiedersi per quanto tempo resteremo qui tutti. Una città fiorente può trasformarsi in una città fantasma molto più velocemente di quanto possiamo immaginare.”, ha concluso Nägelke.

Clicca qui per vedere la fotogallery di alcuni scatti presenti alla mostra

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