Memoriale ai Sinti e Rom, si riapre la discussione

Sabato scorso è partita una nuova iniziativa, guidata dai Romani Elders, a sostegno del Memoriale ai Sinti e Rom caduti sotto il nazionalsocialismo, la cui costruzione non è mai stata portata a termine.

I lavori erano iniziati nel 2008 e la sua inaugurazione era prevista nel 2012: il Mahnmal für Sinti und Roma, però, è rimasto incompiuto. Da allora, il cantiere nel Tiergarten, situato accanto al Reichstag e alla Porta di Brandeburgo, è un luogo spettrale.

Secondo i membri del gruppo Romani Elders, il memoriale “rispecchia la posizione della popolazione Rom nella società di oggi”, esemplificando “la discriminazione, la privazione sociale e l’atteggiamento razzista che sembrano influenzare la vita dei Rom in molti paesi europei”.

Nel 1992, il governo tedesco promise ai Sinti e ai Rom un memoriale dedicato alle migliaia di vittime della barbarie nazista. Il land stanziò 2 milioni di euro per il progetto, una cifra che sembrava più che sufficiente, di fronte alla relativa semplicità dell’opera d’arte.

L’ottantenne Dani Karavan, scultore ebreo israeliano di fama internazionale, incaricato di realizzare il memoriale, aveva progettato una fontana circolare, con al centro una stele di granito alta 12 metri, con una una rosa sulla sommità. Una volta al giorno, la stele sarebbe “affondata” nella vasca.

Accanto alla fontana, Karavan aveva progettato di mostrare la poesia “Auschwitz” dell’italiano Santino Spinelli, musicista di etnia Rom (“Viso infossato / occhi spenti / fredde labbra / un cuore spezzato / senza respiro / senza parole / senza lacrime”).

Ma i problemi furono molteplici e il disaccordo durato mesi tra Dani Karavan e le autorità di Berlino, committenti dell’opera, ha avuto come conseguenza l’abbandono del progetto. La controversie riguardavano, inizialmente, questioni legate alle spese e ai materiali da costruzione, per sfociare poi in polemiche più delicate, come la preoccupazione dell’artista in merito alla “santità” del suo lavoro.

Oggi, dopo anni dal suo abbandono, un’iniziativa civile guidata dai Romani Elders, creata nella cornice della settima Biennale d’Arte Contemporanea di Berlino e coordinata dalla European Roma Cultural Foundation (ERCF), sostiene il completamento del Memoriale.

La ERCF si impegna a creare una vasta rete di organizzazioni Rom e non Rom e di individui in tutta Europa e sta raccogliendo le firme per fare pressione su tutti i partecipanti – inclusa la sfera politica, le autorità ufficiali, il team di costruzione e l’artista – per il proseguimento del processo di realizzazione dell’opera.

Il 2 giugno, alle ore 15.00, la Romani Elders e i rappresentanti della generazione più giovane dell’attivismo Rom, si sono riuniti per fare le loro dichiarazioni pubbliche di fronte al Memoriale. L’iniziativa mirava a scolpire il ricordo delle vittime Sinti e Rom nella memoria collettiva europea.

Sul sito www.theromanielders.org, è presente un appello in home page ed è anche possibile aderire all’iniziativa aggiungendo la propria firma.