Freie e Humboldt, le università tedesche più ambite

© Judith Sordon

“Negli ultimi dieci anni, l’internazionalizzazione delle università tedesche si è sviluppata di molto”, questo il risultato di uno studio condotto su incarico della Vereinigung der Bayerischen Wirtschaft (VBW – Unione dell’Economia Bavarese). Lo studio osserva il notevole aumento, dal 2000 in poi, del numero di corsi di studi internazionali, per i quali sono obbligatori soggiorni all’estero.

Manca, tuttavia, una strategia comune a tutta la Germania, che permetta di migliorare la preparazione degli studenti, i quali devono essere pronti ad affrontare un mercato del lavoro “globalizzato”.
La Germania, secondo lo studio di cui sopra, è uno dei pochi paesi che oltre a mandare moltissimi dei suoi studenti all’estero, allo stesso modo accoglie giovani provenienti da tutto il mondo.

Il numero di studenti internazionali in Germania cresce giorno dopo giorno, come alto resta il numero di studenti tedeschi che si recano all’estero. A livello mondiale, sono circa 3,7 milioni i giovani che preferiscono studiare all’estero, entro il 2025 saranno 8 milioni.
Secondo quanto riportato dal DAAD, gli studenti stranieri iscritti in Germania sono circa 245.000, l’11.5% del totale.

Le università più ambite? La Freie Universität Berlin e la Humboldt-Universität zu Berlin, seguono le università di Monaco e quella di Heidelberg. La capitale tedesca occupa l’ottavo posto a livello mondiale come città universitaria ritenuta più attraente. Ai primi posti troviamo Parigi, Londra e Boston.

Tra i motivi per i quali gli studenti scelgono di studiare in Germania si annoverano titoli di studio riconosciuti in tutto il mondo, costo della vita, tasse universitarie e, infine, possibilità di trovare un lavoro.

Randolf Rodenstock, presidente della VBW, auspica che il numero degli studenti internazionali in Germania raddoppi e che, quindi, raggiunga almeno il 20% del totale.
Necessaria, per quest’augurio, sarebbe la presenza di un personale competente e proveniente da tutto il mondo, corsi di studio in più lingue, programmi di ricerca internazionali e una più ampia mobilità studentesca.
Quel che ci aspetta è un “Habitus” internazionale.

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