Christopher Street Parade, una festa per 700mila
700mila partecipanti, 40 carri coloratissimi, una festa di dodici ore proseguita fino a notte inoltrata. Sabato scorso è sfilata per le vie di Berlino la Christopher Street Parade, momento culminante del Berlin Pride Festival cominciato un mese fa.
Il corteo, partito da Kreuzberg, si è snodato fino alla Porta di Brandeburgo, dove era stato allestito un gigantesco palco su cui si sono alternati dj e musicisti. Una grande festa che ha commemorato, come ogni anno, i cosiddetti moti di Stonewall, una serie di violenti scontri fra gli omosessuali e la polizia a New York che nel 1969 diede il via al movimento LGBT.
La musica è stata il leit motiv della manifestazione: techno e non solo, in un dancefloor grande quanto un’intera città. Tra i carri più “movimentati” quello della Spd, il partito politico del sindaco Wowereit. Tanti gli sponsor a finanziare la manifestazione, da Lufthansa a Easyjet, da Blu a L’Oreal.
Carri a parte, la politica è entrata nella manifestazione anche “dal basso”. Non sono mancate, infatti, proteste di vario genere, soprattutto contro la discriminazione del movimento omosessuale in Russia. Presenti le Pussy Riot, band punk simbolo del movimento anti-Putin. A Mosca, infatti, i Gay Pride non sono autorizzati e ogni tentativo viene represso dalla polizia. Fino al 1993, l’omosessualità in Russia era un reato e fino al ’99 era considerata una malattia mentale.