A Berlino il primo supermercato che dice “no” al packaging
Niente confezioni e pacchi di plastica, ingombranti e difficili da smaltire, niente sprechi, nessuna concessione al marketing.
A Berlino, due giovani imprenditrici stanno cercando i finanziamenti necessari per aprire il primo supermercato che ha scelto di dire “no” al packaging.
Sugli scaffali di Original Unverpackt, questo il nome del negozio che verrà, 600 prodotti (accuratamente selezionati) saranno venduti esclusivamente sfusi, senza confezioni vistose e inquinanti, con un occhio di riguardo per i prodotti vegani.
Dalla marmellata alla farina, dal sapone liquido alle caramelle, tutto si potrà comprare al grammo, all’etto, o al chilo. Per acquistare i prodotti, i clienti potranno servirsi delle confezioni che già utilizzano nella vita quotidiana, oppure degli appositi contenitori riutilizzabili messi a disposizione dal supermercato.
«Nella sola Germania, ogni anno, 16 milioni di tonnellate di imballaggi finiscono nel cestino. La maggioranza di queste confezioni non vengono riciclate», spiegano Sarah Wolf e Milena Glimbovski, che partendo da questo dato hanno ideato Original Unverpackt.
La loro start-up, attualmente, sta cercando i finanziamenti attraverso una campagna di crowdfunding lanciata sulla piattaforma Startnext. Obiettivo: 45mila euro.
In cambio di un aiuto economico, offrono buoni spesa riutilizzabili alla cassa del supermercato, che dovrebbe vedere la luce in estate, ma anche borse di tela con il logo dell’iniziativa e libri di ricette.
Ecco il video di presentazione del progetto:
Original Unverpackt – Der neue Supermarkt
from Original Unverpackt on Vimeo.
Niente male, una bella campagna!
l’idea è molto bella ma certamente non originale … invece di guardare in germania, diamo un occhio dietro casa. ecco il sito di un negozio “alla spina” che è a pesaro, http://www.pesonetto.it e so che ce ne sonodavvero molti in italia, negozi dove le cose vengono vendute sfuse, dove trovi contenitori per metterle o puoi anche portarteli da casa…vanno dalla pasta al detersivo, dai cereali per la colazione al detersivo per la lavatrice, tra l’altro la maggior parte dei prodotti a km 0 e bio … e da quanto so ce ne sono davvero tanti in italia. comunque sia, bella idea… da copiare il più possibile!
Gesu’,e c’era bisogno di farci un articolo/? Ma pure in Canada dove sono fissati per l’igiene queste sono cose date per scontate…e ci sono pure i banchetti differenziati per i prodotti bio….
QB – QUANTO BASTA ALLA SPINA….3 anni di noì a Roma….passaparola http://www.quantobasta-pigneto.it
avevo una piccola bottega di prodotti a filiera corta venduti “sfusi” in quel di Perugia, candidata capitale alla cultura 2019, e l’unico sostegno ricevuto è stata una bella multa dalla DOGRE ( agenzia che ha in appalto dal comune tutto quanto riguarda pubblicità e pubbliche affissioni) ho una causa in corso e la bottega è chiusa!!!! che dire???
Bravo!
Dalle mie parti si chiamano fruttivendoli e soprattutto non hanno bisogno di fare la colletta per aprire (detto “Crowfunding” per darsi un tono).
Anche a Schio in provincia di Vicenza, La Buona Terra aperto da più di un anno, non solo alimenti sfusi ma anche quando possibile a KM 0 e cmq a filiera corta https://www.facebook.com/schiolabuonaterra
Cavolo ci sono di quei commenti così acidi. Qualche pensiero positivo no? Siate felici x le belle idee degli altri magari un giorno qualcun sarà felice delle vostre.